La Procura ha indagato un cittadino serbo che esercitava nella clinica Villa Maria Cecilia di Cotignola e al Policlinico di San Donato Milanese come cardiochirurgo senza alcun titolo riconosciuto in Italia. Nel suo paese esercitava come medico ed anche in Italia non sono state messe in dubbio le sue capacità professionali, ma non aveva conseguito l'abilitazione per esercitare. Le indagini, coordinate dal Pm Cristina D'Aniello in sinergia con la Finanza e l'ispettorato del lavoro sono ancora in corso, ma da quanto è emerso fin d'ora l'uomo era in Italia senza permesso di soggiorno e non era stato abilitato alla professione nel nostro paese. Sono state indagate anche altre due persone della clinica, per concorso nell'ipotizzato esercizio abusivo della professione - poiché al corrente, secondo gli inquirenti, della posizione dell'uomo - e per aver avuto alle loro dipendenze una persona senza permesso di soggiorno. Nella giornata del 23 aprile i carabinieri hanno effettuato un sopralluogo e sequestrato cartelle cliniche nelle strutture coinvolte per acquisire nuovi tasselli utili alle indagini. In una nota il gruppo Villa Maria Cecilia ha sottolineato come «in merito alle attività di indagine condotte dalla Procura della Repubblica di Ravenna e riguardanti un medico cardiologo componente dell’equipe del Professor Pappone, già da alcuni mesi trasferitosi insieme al suo team in una struttura ospedaliera di altra regione, si precisa che i rapporti venivano intrattenuti direttamente ed in via fiduciaria tra lo stesso Professor Pappone ed il cardiologo sottoposto ad indagine, svolgendo quest’ultimo, solo attività di rilevanza scientifica e pertanto privo di rapporti diretti con il Maria Cecilia Hospital . Le indagini sono state condotte con la massima disponibilità da parte del management e degli operatori della struttura ospedaliera, che si sono messi immediatamente a disposizione degli inquirenti, fornendo loro tutta la documentazione richiesta.Fiduciosi del buon esito delle indagini in ragione del corretto operare della struttura ospedaliera , si confida in una rapido chiarimento dell’intera vicenda».