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Intervenendo questa mattina a Bologna al confronto promosso da Confindustria regionale e da Assomineraria sul tema “Territorio e idrocarburi: l’Emilia Romagna”, il vicesindaco Giannantonio Mingozzi ha motivato “la necessità di riprendere le attività estrattive in Adriatico con tutte le precauzioni di legge” e ha difeso “le imprese ravennati del settore che rappresentano un’eccellenza mondiale dell’industria italiana. Stiamo parlando di venti aziende con tremila dipendenti diretti solo per il distretto ravennate e di un insieme di tredicimila addetti collegati all’indotto. Se non si procede in fretta con il sistema autorizzativo per nuove estrazioni rischiamo di risentirne con effetti negativi sull’occupazione già da quest’anno. Sono d’accordo che nei confronti di chi si dimostra contrario occorrano il dialogo e il confronto continuo, per abbattere pregiudizi e comportamenti prevenuti. Voglio però ribadire che i paesi dell’altra sponda dell’Adriatico stanno avviando nuove estrazioni, battendoci sul tempo. Ci giochiamo interessi nazionali, perché Libia e Russia pesano per il 55 per cento delle forniture che riguardano il consumo energetico delle famiglie italiane, e dobbiamo fare il possibile per non porci in condizioni di soggezione o di sovranità limitata.
Mingozzi ha poi illustrato la nuova laurea in Ingegneria dell’off shore che partirà a Ravenna il prossimo ottobre e ha ricordato che “l’Omc, che si aprirà la prossima settimana, rappresenta una rassegna delle imprese più qualificate dell’economia mondiale del settore”.
Presenti all’incontro anche Renzo Righini e Innocenzo Titone per Omc, l’imprenditore Giuliano Resca e la consigliera comunale Francesca Santarella.
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