Lo sciopero dei lavoratori del Porto, in piazza contro la riforma
Il porto di Ravenna si è fermato, venersdì 6, per un giorno intero e ha portato la sua protesta nel cuore di Ravenna, in piazza del Popolo. Hanno aderito alla manifestazione i lavoratori di Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt. «Anche se è uscito l’intervento dal decreto Guidi, all’incontro al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non è stata data alcuna rassicurazione - spiega Danilo Morini, segretario della Filt Cgil di Ravenna -. Si profila un rischio reale per l'occupazione e la sicurezza in porto. A Ravenna sono coinvolti oltre 800 tra lavoratori portuali, dipendenti dei terminal, dell’Autorità portuale e operatori dei servizi tecnico nautici. Ci troviamo di fronte a un disegno di distruzione delle regole e della legalità per quanto attiene al lavoro portuale. Mi riferisco agli attacchi all'articolo 17 della legge 84/94 che aprono al mercato anche il ciclo nave e le operazioni portuali oltre che i servizi tecnico nautici. In questo modo si spalancano le porte alle infiltrazioni illegali, già così pervasive nel mondo della logistica, e si scaricano sulle spalle dei lavoratori le rincorse al massimo ribasso».
Il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, assieme al vice Giannantonio Mingozzi, hanno espresso la loro solidarietà ai lavoratori. «Condividiamo - spiegano Matteucci e Mingozzi - le forti preoccupazioni che riguardano l'occupazione, la professionalità e la sicurezza del lavoro al porto. L'abolizione di fatto dell'articolo 17 della legge 84/94 e l'apertura alla libera concorrenza dei vari servizi portuali mette in gravi difficoltà soprattutto quelle imprese (Compagnia portuale, Gruppo Ormeggiatori, Gruppo Piloti, servizio di rimorchio ed equipaggi dei rimorchiatori) fortemente strutturate e che hanno fatto investimenti importanti ed apre le porte alla rincorsa del massimo ribasso e all'illegalità».
Questa manifestazione si svolge alla vigilia di un anniversario molto importante per la comunità ravennate: il 13 marzo di 28 anni fa ai cantieriMecnavidel porto di Ravenna, morivano 13 lavoratori vittime della deregulation e della violazione delle più elementari norme di sicurezza. «Non vogliamo un'altra Mecnavi - dicono ai due amministratori -. Il porto è il volano della nostra economia e la qualità del lavoro portuale è preziosa per la sua competitività. Il Comune è a fianco dei lavoratori in questa battaglia». (foto Massimo Fiorentini)