L’Acmar avvia la ristrutturazione finanziaria, chiesto il concordato in bianco
L’Acmar di Ravenna avvia una ristrutturazione finanziaria ricorrendo alla richiesta di concordato in bianco «come misura di protezione e per rilanciare l’attività» depositata al Tribunale di Ravenna il 25 febbraio scorso. Adesso la coop. edile ha 120 giorni, prorogabili di altri 60, per presentare un piano di ristrutturazione del debito ai creditori. Al contempo è garantita la continuità operativa. Nella cooperativa sono impiegate circa 300 persone e a dicembre aveva dismesso il ramo ferroviario cedendolo in affitto per 5 anni per 20 milioni di euro complessivi e liberandosi dei salari di circa 170 lavoratori. «Tale iniziativa eviterà aggressioni al patrimonio, garantendo tutti i creditori in un percorso di continuità aziendale - spiega il presidente Alfredo Zaccaria -. Lo strumento permetterà di tutelare e preservare il nostro ingente patrimonio. Nell’arco di questo periodo la cooperativa continuerà ad esercitare la normale attività operativa, predisponendo processi riorganizzativi capaci di ulteriori economie nei costi, anche al fine di tutelare le professionalità presenti, vera risorsa di Acmar. Durante questa fase, verranno espletati tutti gli atti previsti e necessari per il raggiungimento di un piano in grado di ricreare un nuovo equilibrio finanziario».
Ad Acmar non mancano le commesse in questo momento con un portfolio clienti di 150 milioni di euro. Le principali sono a L’Aquila (30 milioni), lavori ferroviari tra Salerno e Napoli (25) e per l’Anas nel barese (20). Pesano sull’indebitamento i pagamenti, soprattutto della pubblica amministrazione. «Il periodo di difficoltà che da diversi anni sta attraversando il nostro Paese - contestualizza il presidente -, particolarmente grave nel mercato delle costruzioni, non mostra ancora segni apprezzabili di miglioramento. Il prolungarsi della crisi ha generato sempre più forti tensioni finanziarie, legate alla carenza di liquidità in circolazione. La cooperativa, anche grazie ad un’attenta gestione delle risorse, ha garantito in questi anni la corretta prosecuzione operativa, mantenendo l’occupazione, pur in presenza dell’utilizzo di ammortizzatori sociali. Nel settore, attraversato da forti tensioni, la crescente difficoltà finanziaria ha intensificato sempre più il ritardo nei pagamenti da parte dei committenti pubblici e privati».
Anche i fornitori, che si trovano nelle medesime condizioni di mercato, «hanno intrapreso nei confronti della cooperativa - conclude Zaccaria -, azioni sempre più incalzanti: ciò ha portato il Consiglio di Amministrazione a ricorrere all’applicazione di uno strumento giuridico, che consentirà l’approfondimento del piano di ristrutturazione, proseguendo l’attività di impresa, peraltro sostenuta da un rilevante portafoglio lavori, con il beneficio degli ‘effetti protettivi’ rispetto alle azioni individuali dei creditori previsti dalla normativa». (r.e.)