Branciaroli interpreta la pazzia di Enrico IV all'Alighieri da giovedì 5
Pazzia nella pazzia o finzione nella finzione si potrebbe definire l'Enrico IV di Pirandello, un testo dal sapore tragico che lo scrittore siciliano pensò apposta per Ruggero Ruggeri grande attore degli anni '20 del secolo scorso.
Un gruppo di amici, a Carnevale, decidono di interpretare un episodio del passato ed uno di loro si dedica ossessivamente al personaggio dell'imperatore Enrico IV che, per ricucire i rapporti tra Impero e Chiesa, si inginocchiò nella neve per due giorni davanti a Matilde di Canossa. Peccato che il nostro Enrico cada da cavallo e per i successivi 20 anni si creda veramente Enrico IV: Franco Branciaroli, in scena al Teatro Alighieri da giovedì 5 marzo a domenica 8 (ore 21, domenica ore 15.30) offre di Enrico IV una interpretazione bellissima, carica di crudeltà, fatica di vivere, lucidità verso un senso della vita che sfugge e bisogna reinventare, rendendo quasi visibile il processo del reale che perde peso e consistenza nella misura in cui tra la finzione e l’arte ne acquistano: la realtà dei personaggi reali è ben poca cosa rispetto alla verità complessa della “finzione” del personaggio irreale.
Ma in realtà, dopo 12 anni di follia, Enrico IV- Branciaroli si accorge di non essere pazzo, ma soggioga parenti ed amici, esigendo rispetto per il suo ruolo regale. Si ritrova già maturo, senza avere vissuto la giovinezza, e ormai è solo; Matilde Spina, la giovane marchesa che lo accompagnava la sera della cavalcata, è diventata l'amante di Belcredi, odiato rivale, colui che provocò la sua caduta per sbarazzarsi di lui. Escluso dalla vita, egli decide di farsi credere ancora pazzo e guardare la vita curiosamente dal di fuori, ora che la vita gli è ormai negata. Branciaroli, che ne è anche il regista è un vero mattatore, modulando voci e interpretazioni e scegliendo per il finale, che il protagonista, dopo l'uccisione del rivale, si faccia incoronare dallo psichiatra su un cavallo da giostra.