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O si fanno gli espropri o il Progettone salta e con esso le possibilità di sviluppo per il territorio ravennate e non solo. Certamente al buon esito del progetto non aiutano le polemiche innescate dal presidente di Confindustria Ravenna e Romagna, Guido Ottolenghi, sostenuto in tutto e per tutto dall’associazione per voce del direttore Marco Chimenti. Ottolenghi si è infatti dimesso dal Comitato portuale (dove sedeva in rappresentanza dei terminalisti) con parole durissime sul tema: «Mi pare che in tre anni siano fallite tutte le strade di programmazione del dragaggio, e ad ogni soluzione mancata si sia intrapresa una strada più complessa e costosa fino ad arrivare all’attuale, nella quale non ho più fiducia per le troppe incertezze e apparenti contraddizioni. Ho sostenuto in tutte le sedi quanto sia vitale per il nostro Porto e per tutto il territorio di Ravenna l’escavo dei fondali, e lo sosterrò sempre. Mi pare però che il mio contributo di riflessione e stimolo in Comitato sia ora percepito come un ostacolo e non un aiuto alla effettiva realizzazione del progetto».
La reazione del presidente dell’Autorità portuale ravennate Galliano Di Marco: «Realizzare un’opera pubblica è cosa estremamente complessa, ben più che non ottenere una concessione edilizia per realizzare un capannone. Sicuramente le polemiche di queste ore non hanno giovato al buon esito dello stesso».
Col numero uno dell’Ap si sono schierati il resto del tessuto produttivo interessato dalla vicenda (Alleanza delle Cooperative e il mondo delle piccole e medie imprese) e le istituzioni locali.
Una strada impervia, quella degli espropri, che il presidente dell’Autorità portuale ravennate stava tentando di spianare da mesi e verosimilmente, nonostante le proteste di alcuni comitati, stava ammorbidendo le posizioni. Oltre al disappunto facilmente intuibile da parte del numero uno del Porto, non è difficile capire che il polverone alzato dagli Industriali non faccia bene a questa già difficile trattativa. Inoltre, secondo rumors di ben informati, qualche nuovo inasprimento tra Autorità portuale ed espropriati è già avvenuto.
La road map del Progettone è chiara: sono in corso due passaggi di valutazione ambientale in Regione e al Consiglio superiore dei lavori pubblici. A fine mese Di Marco chiederà nuovamente l’approvazione al Comitato portuale del progetto, compresa la parte degli espropri. Se verrà bocciata, ritirerà il Progettone che è al vaglio della struttura tecnica di missione del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ossia l’anticamera del Cipe. Una volta che quest’ultimo ente approvi le modifiche rispetto alla versione già approvata (quella dello stanziamento dei 60 milioni) ci saranno 90 gioni per trovare l’accordo-espropri. Se fila tutto liscio, i lavori potranno iniziare.
LA ROAD MAP DEL PROGETTONE
- in corso il passaggio in Regione, - in corso esame al Cons. sup. dei lavori pubblici - a fine mese approvazione del Comitato portuale, - passaggio alla struttura tecnica di missione del Mit, - segue ultimo passaggio al Cipe, - 90 giorni per l’accordo-espropri, - inizio dei lavori
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