Tullio De Piscopo venerdì 30 al Socjale: «Nessuno come Pino»

Bassa Romagna | 30 Gennaio 2015 Cultura
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«Di musicisti bravi in giro ce n’è, ma manca Pino, uno come lui non nasce due volte». Tocca inevitabilmente il tasto dell’amico scomparso improvvisamente Tullio De Piscopo, geniale percussionista tra i grandi protagonisti della musica italiana che si è da poco raccontato nell’autobiografia Tempo! (Hoepli) e che venerdì 30 alle 21.30 si racconterà in musica sul palco del teatro Socjale di Piangipane. Insieme a De Piscopo suoneranno Dino Gnassi al trombone, Alessandro Fariselli ai sassofoni, Stefano Serafini alla tromba, Gabriele Pesaresi al basso, Massimiliano Rocchetta alle e tastiere e Massimo Ferri alla Batteria. «Porterò sul palco la mia storia musicale – racconta lo stesso De Piscopo, raggiunto telefonicamente tra una lezione di batteria e l’altra, passione che non l’ha mai abbandonato -. Suonerò insieme a musicisti straordinari un campionario di quei suoni che mi hanno accompagnato in cinquant’anni di carriera: blues, jazz ma anche i grandi successi che conoscono tutti».
Si racconta in musica un po’ come ha fatto col suo libro. Com’è maturata la necessità di scriverlo?
«Dopo la malattia che mi ha colpito qualche anno fa e che sono riuscito a vincere, tornando ad essere quel “cacciatore di sogni” che ero. Per un po’ ho tenuto nascosta la malattia, ne parlai solo a Pino Daniele perché dovevamo suonare insieme e non volevo mentirgli. Poi tanta gente mi domandava aneddoti e storie della mia vita, così ho trovato per motivazioni per scriverne. Era un passo che a quel punto dovevo fare. Il libro sta andando benissimo, è alla seconda ristampa dopo pochi mesi».
Insieme a Pino Daniele, James Senese e gli altri, rinnovaste radicalmente il suono e il linguaggio della canzone napoletana. C’è qualcuno oggi che fa cose simili?
«Ci sono tanti bravi musicisti ma nessuno come Pino, che fu capace di coniugare blues, jazz , etnica, musica africana e poesia in un modo unico. Ha fatto cose straordinarie, inserendo nei testi anche uno slang pieno di parole inglesi, da cui vennero fuori canzoni come Have You Seen My Shoes, Yes I Know My Way e Keep on movin».

prosegue su setteserequi in edicola dal 30 gennaio


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