Iter: oggi sciopero. Le foto di Fiorentini
Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil e la Rsu e tutti i lavoratori della Iter hanno deciso in assemblea di proclamare un’intera giornata di sciopero per martedì 29 aprile con manifestazione in piazza del Popolo a Ravenna davanti alla Prefettura, in concomitanza di un incontro che si terrà con il Prefetto. La giornata di mobilitazione coinvolgerà tutti i lavoratori della sede Iter e dei cantieri in Italia che rimarranno chiusi.
Lo scorso 18 aprile in Iter si è svolta un’assemblea molto partecipata con i lavoratori per illustrare il percorso che definirà il progetto industriale che la direzione aziendale ha comunicato a sindacati e Rsu.
Il progetto presentato, fra l’altro non ancora definitivo, prevede l’affitto di un ramo di azienda, con finalità di acquisizione attraverso una società così detta New Co, mentre per le restanti attività si prevede la liquidazione.
Il piano prevede la gestione di tutti i cantieri produttivi di Iter aperti in essere. Tali cantieri riuscirebbero però a occupare solamente una sessantina di lavoratori su una platea attuale di 256 dipendenti.
Al piano in elaborazione manca ancora tutta la parte relativa alle spese della struttura generale.
Inoltre non va dimenticato che il prossimo 5 maggio scadono gli ammortizzatori sociali, che diventano determinanti per tutta la gestione del concordato richiesto da Iter lo scorso 21 febbraio al tribunale di Ravenna e, con decreto, in egual data è stato assegnato il termine di 120 giorni per il deposito del piano concordatario per quanto riguarda la ristrutturazione del debito verso banche e fornitori.
Su richiesta della direzione aziendale Iter e dei sindacati, il prossimo 30 aprile è previsto al ministero delle Attività produttive un incontro per verificare la eventualità di una proroga della Cigs straordinaria necessaria fino alla accettazione del concordato da parte del giudice che potrebbe permettere la continuità produttiva della Iter.
A seguito di quanto sta avvenendo, Fillea Filca e Feneal hanno chiesto un incontro urgente con l’assessore alle Attività produttive dell’Emilia Romagna per illustrare la situazione ed evidenziare il rischio occupazionale.
“Siamo in attesa di convocazione – spiegano i sindacati - in quanto ad oggi non abbiamo ancora avuto riposta”.
Il prossimo 29 aprile è stato fissato un incontro con il Prefetto di Ravenna, i sindacati e la Rsu aziendale per illustrare le problematiche aziendali che lasciano intravedere pesanti ricadute occupazionali che si aggiungerebbero a questo territorio già abbondantemente martoriato da continue chiusure di aziende e relative perdite di posti di lavoro.
Va ulteriormente evidenziato l'eventuale rischio di perdere un’importante cooperativa che è stata fra le prime ad avere fatto la storia della cooperazione provinciale, quale motore importante per i livelli occupazionali e di benessere del nostro territorio.
Unione: “Serve un progetto adeguato per la crisi Iter”
In occasione dello sciopero indetto per domani, martedì 29 aprile, a Ravenna dalle organizzazioni dei sindacati edili (Fillea CGIL, Filca CISL, Feneal UIL) le istituzioni locali, Unione e Comuni della Bassa Romagna, chiedono un progetto adeguato alla gravità e alla dimensione del problema, volto al superamento della difficile situazione dell'azienda cooperativa ITER.
In particolare, va evidenziato che ITER è un patrimonio produttivo importante per il territorio della Bassa Romagna, in quanto occupa oltre 250 dipendenti, e perciò il progetto industriale deve prevedere il mantenimento del punto produttivo, adeguati interventi di formazione lavoro per favorire la mobilità e la rioccupazione delle maestranze, oltre a immediati interventi ministeriali per garantire l'utilizzo degli ammortizzatori sociali necessari e utili.
Inoltre, le istituzioni locali sollecitano un ruolo attivo della Regione Emilia-Romagna sulla vicenda ITER, chiedendo l'apertura di un tavolo negoziale specifico a cui partecipino tutti gli attori interessati: organizzazioni sindacali, impresa, Lega delle Cooperative e istituzioni locali.
La crisi del settore edile ha una portata di rilievo nazionale e regionale e, come tale, va affrontata con urgenza, nella consapevolezza che il rilancio del settore è una delle condizioni primarie per la crescita economica dell'intero Paese. In questo quadro gli enti locali, pur nelle attuali ristrettezze normative, ribadiscono l'impegno a fare fino in fondo la loro parte attraverso adeguate politiche di investimento.