BASSA ROMAGNA | Le rette delle Case protette crescono di 50 cent al giorno

Bassa Romagna | 14 Aprile 2014 Cronaca
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Soggiornare in una delle case protette della Bassa Romagna costerà, a partire da aprile, 50 centesimi in più al giorno. È stato firmato nella mattinata di lunedì 7 in municipio a Bagnacavallo tra le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, il sindaco referente dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna Laura Rossi e il direttore del Distretto sanitario di Lugo Marisa Bianchin, il «Verbale d’intesa per la determinazione delle rette delle strutture accreditate residenziali e semiresidenziali per anziani».
Le rette giornaliere a carico degli utenti delle Case protette, definite per l’anno 2014 e applicate da aprile, comportano una previsione di incremento rispetto all’anno precedente pari a 50 centesimi al giorno. Nonostante il contenuto aumento, al di sotto dell'incremento Istat, le rette delle strutture bassoromagnole si attestano sui 47 euro giornalieri e restano al di sotto della soglia prevista dall'accreditamento (49,50 euro) e dunque tra le più basse in regione, soprattutto se si prendono in considerazione gli elevati standard raggiunti sul nostro territorio. Nel bolognese, ad esempio, vi sono strutture che grazie a speciali deroghe superano quota 50 euro al giorno.
Restano però invariate le rette delle Rsa San Domenico di Lugo e F.lli Bedeschi di Bagnacavallo, oltre alla Casa protetta Reale di Alfonsine, dove i costi a carico dell’utente sono già più alti degli altri. Nessun ritocco nemmeno per i Centri Diurni di Bagnacavallo, Cotignola, Fusignano e Lugo.

Il verbale è la conclusione di un’articolata concertazione che ha portato alla condivisione del percorso di adeguamento delle rette a carico degli utenti delle strutture e dei servizi di Casa protetta, Rsa e Centri diurni per anziani, a partire dal mese di aprile 2014.

«Il soggiorno in una di queste strutture costa sui 100 euro - spiega Carla Golfieri, responsabile Area welfare dell’Unione della Bassa Romagna -, ma circa il 60% della cifra è coperta dal Fondo regionale per la non autosufficienza». La parte restante, quella che cresce di 50 cent al giorno, è a carico dell’anziano e della sua famiglia: a conti fatti, circa 15 euro al mese per chi già ne paga attorno ai 1400 euro. Uno sforzo per chi ha una pensione minima di 500 euro e un assegno di accompagnamento dai servizi sociali di altri 500 euro.
Ma è vero che è cambiato molto, rispetto al passato, l’accesso a strutture di questo genere. Se le Rsa prevedono soggiorni brevi per definizione, anche la permanenza nelle Case protette s'è accorciata. «I posti nelle strutture della Bassa Romagna sono 410 – spiega Carla Golfieri - a cui vanno sommate le 40 persone che frequentano i centri diurni. Sono tutti occupati e ogni anno, con un’elevata turnazione, diamo risposte a un migliaio di utenti. Questo è anche frutto della scelta di privilegiare l’assistenza domiciliare da parte delle istituzioni e del crescente fenomeno delle badanti». Di conseguenza, il soggiorno in casa protetta è sempre più breve e dedicato alle situazioni più difficili.
Le nuove rette avranno valore per una sola annualità, e scadranno quindi a marzo 2015. Le parti che hanno stretto l’accordo hanno concordato di incontrarsi, con gli enti gestori, subito dopo la chiusura dei bilanci relativi alle strutture, per una verifica dei livelli assistenziali e della tipologia professionale del personale in forza. Passaggi necessari per valutare il rispetto dei patti in vista del famigerato accreditamento delle strutture: un percorso che dovrebbe concludersi il 31 dicembre 2014. (s.sta.)
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