Oltre 600 sfratti in provincia nel 2013. L'esperienza di Asppi e Sunia
L'anno scorso in provincia di Ravenna si sono registrati oltre 600 sfratti. Di questi, solo 37 sono stati definiti «incolpevoli», ovvero dovuti a perdita del lavoro o alla cassa integrazione.
A dichiararlo è l'Asppi (associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari) che sul territorio conta tremila iscritti. Circa 1600 tra Ravenna, Cervia e Alfonsine e i restanti 1400 tra Faenza e Lugo.
«Nel ravennate - spiega Franco Montanari, presidente Asppi - registriamo circa tremila contratti l'anno, perchè quasi ogni associato possiede due immobili. Il 10% a scopo commerciale (fornai, panettieri...), mentre nel 90% dei casi si tratta di appartamenti. Di questi il 40% è a canone libero, mentre il restante 60% è concordato».
Ed è proprio sul canone concordato che l'Asppi concentra gli sforzi.
«Negli ultimi anni - prosegue il presidente - stiamo sponsorizzando il canone concordato perchè ha costi più contenuti e meno rischi di sfratto. In proposito, gli iscritti ravennati che si sono rivolti a noi in seguito ad uno sgombero sono stati circa una quarantina».
Montanari critica l'opportunità, avanzata dal Comune, di concedere agevolazioni solo a chi dà il proprio alloggio ad un’agenzia pubblica, rivelatasi, secondo il presidente, non in grado di offrire garanzie per la regolare riscossione del canone e la riconsegna dell’alloggio integro.
«Perchè un privato che intenda affittare a canone agevolato - chiede Montanari - deve passare da un organismo, l'agenzia per l’affitto, che non ha riscosso largo gradimento? Chi si occuperà della gestione del rapporto con l’inquilino nel caso in cui smetta di pagare il canone?
E se l’inquilino procura danni all’appartamento chi rifonderà i danni? Siamo in una situazione che assomiglia tanto ad un esproprio indebito. Asppi si appella quindi al consiglio comunale perché valuti attentamente la delibera sull’argomento che andrà in discussione perché l’agevolazione mirata solo ad alcuni soggetti, oltre che palesemente ingiusta, ha probabilmente un fondo di illegalità».
«Così com'è - fa eco Sergio Mazzotti, segretario provinciale del Sunia (sindacato unitario nazionale inquilini e affittuari) - ovvero integralmente pubblica, questa agenzia non funziona. Se vogliamo sia efficace dobbiamo stringere patti con proprietari e inquilini. Un ente misto, in fondo, è già stato creato in altre città con buoni risultati». L'esigenza diventa forte se si analizza il quadro generale del territorio.
«La nostra provincia è al primo posto nella classifica di gravità per sfratti di morosità - informa Mazzotti -. Servizi sociali e terzo settore (Caritas, diocesi, associazioni di volontariato) hanno da tempo esaurito le risorse per garantire un’assistenza minima ai casi bisognosi emergenti. Ci sono nuclei familiari che si presentano per la prima volta dinanzi alla consapevolezza di avere perso ricchezza e devono affrontare una cultura della povertà e delle minori risorse disponibili. Una condizione sociale inedita per il nostro territorio romagnolo che aveva sempre promosso stabilità e crescita».
Federica Ferruzzi
cronacaravenna@settesere.it