Castel Bolognese, arriva il telecontrollo per i passaggi pedonali
«I troppi incidenti occorsi sulla via Emilia a danno dei pedoni ci hanno costretto a tentare nuove misure di prevenzione». Così il sindaco di Castel Bolognese, Daniele Bambi assieme ai responsabili della polizia locale associata e all’onorevole Alberto Pagani, componente della commissione trasporti della Camera, ha commentato il nuovo sistema di telecontrollo automatico dei passaggi pedonali.
Il dispositivo, che verrà installato sulla via Emilia nel passaggio pedonale presente nelle vicinanze del Conad in direzione Faenza, nasce per fare le multe agli automobilisti indisciplinati sui passaggi pedonali. «Un’azione disciplinare - ha sottolineato il comandante Pm Paolo Ravaioli - che al momento non sarà completamente operativo: il sistema, infatti, farà partire multe solo nel momento in cui ci sarà in loco la presenza dei vigili, per evitare qualsiasi tipo di contestazione».
Sorvegliati speciali, grazie all’ausilio di due telecamere, saranno tutti gli automobilisti che, in prossimità dei passaggi pedonali, avranno comportamenti non adeguati. L’onorevole Pagani, componente della commissione trasporti della Camera ci tiene ad evidenziare come «è stato complesso ottenere il via libera alla sperimentazione perché la disciplina di tutela dei pedoni non è ancora adeguata alla progressione della tecnica. La riforma del codice stradale che stiamo trattando in Parlamento ci permetterà di elevare lo standard di sicurezza ammettendo anche tutti i tipi di controlli automatici a favore degli utenti deboli».
L’intervento sarà effettuato a totale costo della ditta altoatesina. «A tavolino questa tecnologia che installeremo a Castel Bolognese per un periodo di sperimentazione di sei mesi a partire dall’estate, è sicuramente una scommessa al buio - ha spiegato Stefano Manzelli, referente locale della Polizia municipale - perché il codice stradale sull’argomento ha ampi margini di ambiguità normativa. La scesa in campo di una ditta di Bolzano, con supporto tecnico dell’Università di Padova, che ci ha proposto la sperimentazione gratuita di questo prototipo, ci è sembrata una buona occasione per approfondire la vicenda».