Monsignor Stagni: "In 10 anni Faenza è migliorata, entro fine 2014 il mio sostituto"

Faenza | 28 Marzo 2014 Cronaca
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«Faenza in questi 10 anni, nonostante la crisi, è migliorata. I rapporti sociali sono rimasti buoni, anche se qualche tensione c’è stata. La Chiesa? Qualche diocesi qui attorno ci invidia, l’avvento di Papa Francesco ha facilitato il nostro lavoro, i giovani partecipano numerosi ai nostri riti».
Da 10 anni a Faenza, monsignor Claudio Stagni traccia un bilancio anche personale, a due mesi dal compimento del 75esimo anno d'età, limite per poter continuare a rimanere in carica. Così la diocesi manfreda avrà un nuovo vescovo entro la fine del 2014.
Intanto venerdì 28 (ore 20.45) ci sarà l’inaugurazione dei nuovi arredi liturgici e del nuovo impianto di illuminazione del Duomo in piazza.
 «Gli interventi al presbiterio sono stati fatti in modo dignitoso e più stabile rispetto al passato, era il momento di cambiare con materiale fisso».
Monsignor Stagni, 10 anni fa il suo arrivo a Faenza. Com’è cambiata la città?
«Faenza è cambiata in meglio in questi 10 anni. Siamo andati avanti, anche se la crisi economica è arrivata prepotentemente anche qua in Romagna. La Caritas, ad esempio, sta affrontando problemi molto difficili, che mai aveva dovuto risolvere. Come uscirne? Non lo so, è difficile, molte vicende sono legate a dinamiche internazionali, c’è un problema di liquidità per le famiglie, ma non solo. Spero che ognuno faccia la sua parte, la politica in primis. Noi puntiamo sull’assistenza, questo è il nostro compito principale, più di questo non possiamo fare».
Il 9 giugno prossimo compirà 75 anni e dovrà lasciare il lavoro che sta svolgendo. In che tempi ci sarà il nuovo vescovo di Faenza?
«Dopo il 9 giugno metterò per iscritto la mia rinuncia al Papa, nel giro di alcuni mesi, direi entro il 2014 terminerò il mio incarico e ci sarà il nuovo vescovo».
In questi anni com’è cambiata la Chiesa locale?
«Ci sono novità e movimenti, con i giovani il rapporto è positivo. Ci sono molte iniziative con i giovani, che sono la linfa sostanziale per il futuro. Le veglie sono partecipate, a Faenza c’è una chiesa che risponde, qualche diocesi qui attorno ci invidia. Iniziamo ad avere anche qualche vocazione, in questi 10 anni però ho dovuto partecipare a 32 funerali di preti, mentre di nuovi ce ne sono stati solo 2».
E’ più forte anche il rapporto con le altre religioni o no?
«Ci sono molte iniziative spontanee, che io lascio fare, fra cristiani stranieri per l’esercizio dei loro culti. Li rispetto, per vere integrazioni serviranno alcuni decenni, non bastano certo cene etniche per fare integrazione. Sono tentativi giusti, che approvo, ma il cammino è ancora molto lungo».
Il suo rapporto con politica? Con i sindaci?
«Viaggiamo su due linee parallele, collaboriamo, ma ognuno deve rimanere al suo posto. Noi abbiamo avuto impegni sul piano dei lavori: la Casa del clero e la nuova sede della Caritas saranno pronti entro la fine del 2014. Con le amministrazioni comunali c’è sempre stata una discussione franca, nel rispetto dei propri ruoli».
Quanto ha facilitato il vostro lavoro l’arrivo di Papa Francesco?
«Non c’è dubbio che la figura di Papa Francesco ha aiutato il nostro lavoro, ma non eccederei in facili entusiasmi. Sul territorio ci siamo noi, non ci possiamo fermare ai messaggi della televisione, serve un’azione quotidiana, oggi aiutata da un vento favorevole. Ad esempio, i preti che vanno in giro a benedire entrano più facilmente nelle case». (Manuel Poletti)
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