Truffa, Josefa Idem andrà a processo. I legali: "Sarà assolta, persona onesta"
L’avviso di fine indagini consegnato la settimana scorsa per contributi previdenziali non versati dal Comune durante il secondo mandato dell’assessore Josefa Idem, ha scatenato non poche polemiche. In primis da parte della stessa Idem, sentitasi ancora processata per truffa. Il Pm, Angela Scorza ha notificato all’ex assessore e al marito, Guglielmo Guerrini la conclusione dell’indagine penale a loro carico attivata dall’esposto trasmesso da Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna nell’agosto 2013 nel quale si ventilava che la Idem, ai tempi in cui era assessore allo sport del Comune di Ravenna avesse percepito contributi illecitamente. Su questo la Guardia di Finanza, su incarico del Pm, aveva acquisito gli atti. Ma l’avviso di fine indagini era arrivato già a dicembre dello scorso anno pertanto la gran sorpresa dell’ex assessore del ritorno della sua personale vicenda sulle pagine della stampa era legata all’assenza di qualche novità.
« Il Pm ha ritenuto non ci fosse motivo per archiviare il fascicolo e chiederà, nei prossimi giorni, il rinvio a giudizio – ha sottolineato uno degli avvocati difensori della Idem, Ermanno Cicognani – che segnerà la fine delle indagini dunque il momento in cui tutto il fascicolo che era di disponibilità esclusiva del pubblico ministero potrà essere consultabile». Concorde con il disappunto della Idem che ha visto citata sui giornali una memoria che era in possesso del solo magistrato, Cicognani ha definito il gesto «deprecabile, ma specchio di una situazione che purtroppo è entrata a far parte della nostra cultura. Ciò che ci interessa, oggi, è raggiungere un risultato ossia l’assoluzione completa da tutte le accuse – ha spiegato Cicognani – e con il mio collega, Ercole Muccinelli siamo convinti che lo si possa fare. La Idem è una persona di limpida onestà e l’ha già dimostrato dimettendosi da assessore per dedicarsi esclusivamente all’attività sportiva in tempi assolutamente non sospetti, 8 mesi dopo l’investitura avuta dal Comune, assolutamente senza alcuna pressione esterna e nel 2007, sei anni prima che ‘esplodesse’ tutta questa vicenda. Ad oggi abbiamo elementi che ci portano a pensare che si possa arrivare all’assoluzione piena e, visto che i documenti sono stati già acquisiti, già prima dell’estate». La vicenda dei contributi era emersa a giugno dello scorso anno quando la ex campionessa olimpionica era finita al centro della bufera per l’Ici non pagata per una palestra fatta passare come prima casa anni addietro, vicenda che non ha avuto sviluppi penali. In quei giorni, durante i quali alla Idem, neo ministro del governo Letta, veniva fatto ‘pressing’ perché si dimettesse, Ancisi, con un comunicato riportò a galla anche un’altra vicenda. Quella appunto di una assunzione ‘sospetta’ da parte della società sportiva di suo marito nel maggio 2006. «Sembra al sottoscritto – scriveva Ancisi - che sussistano gli elementi affinché sia la Procura della Repubblica a valutare se l’assunzione, formalmente ineccepibile, sia stata in realtà fittizia e strumentale al fine di porre a carico dell’ente pubblico oneri previdenziali altrimenti non dovuti». Dopo essere diventata assessore, la Idem andò in aspettativa dalla società sportiva e il Comune versò i contributi fino alla cessazione dall’incarico nel maggio 2007, per un totale di 8.642 euro, pari a 183 giornate lavorative. Ancisi, con una interrogazione spiegò che dal giorno successivo alla fine dell’incarico di assessore, nel 2007, non risultava all’Inps alcun versamento di oneri. La tesi dell’accusa è che fosse stata assunta dal marito poco prima di essere riconfermata assessore, sulla cui nomina non c’erano dubbi, perché il Comune le pagasse i contributi. (Marianna Carnoli)