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«Prendila di Petto», un’associazione di sole donne per le donne, volta ad offrire sostegno psicologico a chi ha affrontato o sta ancora affrontando il duro percorso del cancro al seno. Una mano rosa, anzi tante mani - come spiega bene il logo scelto – protese verso chi ha bisogno di conforto e di confronto con donne che hanno vissuto come loro un'esperienza così traumatica.
La presidente dell'Associazione, Barbara Camanzi, racconta la propria esperienza e come lei e le altre si siano dapprima conosciute in ospedale e abbiano deciso poi di incontrarsi anche al di fuori, per poi sfociare nella decisione di creare qualcosa di ufficiale e, senza presunzione, per la prima volta un punto di riferimento sul territorio faentino.
«Ammalarsi non è una vergogna – continua Camanzi – ed è per questo che abbiamo deciso di scendere in campo per fare sentire la nostra voce e cercare di essere d'aiuto ad altre donne».
La vice presidente Grazia Prezioso, che ha messo il focus sul tema della prevenzione. «Solo così mi sono salvata, grazie ad una visita fatta solo ed esclusivamente perché sapevo che Barbara si era ammalata. Non avevo sintomi e il carcinoma era impossibile da trovare con una semplice palpazione. Devo ringraziare tutta l'équipe dell'Ospedale di Faenza che ci ha seguito e la dottoressa Alba Pellegrini, che ha operato me e le altre, che è un po’ la nostra seconda mamma perché ci ha dato una seconda vita».
«L'incidenza del tumore al seno è aumentata molto negli ultimi anni e anche l'età media si è abbassata di molto, vuoi a causa dell'alimentazione vuoi per fattori ambientali – spiega Pellegrini – e abbiamo circa 140 nuovi interventi chirurgici all'anno sul territorio faentino. Nel 2016 sarà obbligatorio per ogni Unità operativa ospedaliera il Breast Union, vale a dire l'unione d'intenti e la collaborazione fra chi segue i diversi stadi di questo percorso: dalla prevenzione, all'intervento chirurgico, alle cure post e al supporto psicologico».
Le fa eco il dottor Stefano Tamberi, responsabile dell'Unione operativa di Oncologia di Faenza: «la Romagna è al top in Italia per professionalità e risultati, ma è necessario che ogni donna riceva un supporto a più livelli che le permetta di affrontare un percorso di riabilitazione fisica e psicologica completo».
Alla conferenza è intervenuto anche l'assessore alle Politiche sociali Antonio Bandini, in rappresentanza di un'amministrazione comunale che «ammira la forza di questo gruppo di donne e si sente in dovere di sostenere questa iniziativa a tutto tondo. Di questi tempi, è da riconoscere ed apprezzare la forza di piccoli gruppi in grado di dare grande forza, la forza di pensare di nuovo al futuro nonostante una situazione di disperazione».
Lo sportello dell'associazione è aperto il secondo mercoledì di ogni mese c/o il Centro sociale Cappuccini di fianco all'ingresso del Centro commerciale dalle ore 19 alle 21. Info: prendiladipetto@libero.it (m.f.)
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