Utilizziamo i cookie, inclusi quelli di terze parti, per raccogliere informazioni sull’utilizzo del nostro sito web da parte dei visitatori. I dati personali raccolti sono utilizzati per la personalizzazione degli annunci pubblicitari. I cookie sono utili per garantire agli utenti un'esperienza di navigazione ottimale, per migliorare costantemente il nostro sito e, previo consenso, possono essere utilizzati dai nostri partner per mostrare pubblicità personalizzata mostrando agli utenti offerte adatte ai loro interessi.
Facendo clic sul pulsante "Accetta", acconsenti l’utilizzo di tutti i cookie, compresi quelli utilizzati per la personalizzazione degli annunci pubblicitari in base ai tuoi interessi. Chiudendo questo banner o continuando con i cookie essenziali verranno utilizzati esclusivamente i cookie tecnici e analitici per i quali non è necessario il tuo consenso. In qualsiasi momento puoi revocare il consenso a tutti o alcuni cookie cliccando sul pulsante "Preferenze Cookie", sempre raggiungibile dal footer del sito.
Informazioni più dettagliate sull’utilizzo dei cookie sono disponibili nella nostra privacy & cookie policy.
La cosa incredibile non è neanche tanto quella di avere 563 anni, ma quella di non aver perso il conto. Eppure a Cotignola lo danno per certo, e così domenica 30, alle 17 nel centro della città sul Senio per la 563ª volta verrà dato fuoco alla vecchia di Cartapesta che rappresenta – stagionalmente parlando – che siamo a metà della Quaresima, ma anche – storicamente e tradizionalmente parlando – il rogo vero e proprio che toccò alla strega di Cotignola nel lontano 1451, quando fu accusata di aver maledetto Francesco Sforza e la cosa non passò esattamente sotto silenzio. Ai fantocci di cartapesta, peraltro, è dedicata nei giorni della festa anche una grande mostra allestita a Palazzo Sforza, che mette fila centinaia di maschere di autori vari: da Massimiliano Fabbri a Arialdo Magnani, da Alice Iaquinta a Luciano Bassi fino a quelle del grande Luigi Varoli, nella cui casa-museo è ospitata la mostra «Nella fissità del silenzio, si erge l’ombra», mentre a palazzo Tarlazzi espongono Mario Zanoni, Rosetta Berardi e alcuni altri artisti nella mostra «I doni di Circe, misteri al femminile tra mito e realtà».
Ma la Segavecchia, naturalmente, è soprattutto una grande festa di paese, con immancabile stand gastronomico gestito dalla ProLoco e aperto ogni sera con menù tipico romagnolo. Venerdì 28 l’intrattenimento sarà affidato al pianobar di Margherita Gambi, sabato 29 si esibirà invece in chiesa la Intercity Gospel Train Orchestra della Collegiata di Santo Stefano, al termine di una giornata che vedrà anche la terza sfida tra i rioni in piazza Vittorio Emanuele nel primo pomeriggio, ma anche la premiazione del decimo concorso fotografico Premio Segavecchia alle 17 al teatro Binario. Il culmine sarà come sempre la domenica, con il corteo storico in mattinata, il pranzo allo stand e la sfilata rionale nel pomeriggio. A seguire il corteo allegorico che accompagnerà la Vecchia al rogo, accompagnato dalla banda La Ranocchia di Oretano (Pisa). Alle 17 la bande e le majorettes anticiperanno la lettura della sentenza di condanna a morte e della Segavecchia.
via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it
Pubblicità
Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90). Contributi incassati