Non capita solo nelle grandi dinamiche macroeconomiche. Anche nella ristretta «economia del regalo natalizio» faentino, il settore alimentare è anticiclico, direbbero gli studiosi. «Con la crisi, meglio andare sul concreto», tradurrebbe la zdora romagnola. E così più la crisi si «infittisce», più il classico cesto natalizio torna in voga. Sono in molti i faentini che però, nel tradizionale cesto, scelgono di mettere prodotti solidali (venduti o realizzati dalle coop sociali del territorio), del commercio equo o a chilometro zero. Anche perché in città sono aumentati i negozi che li propongono. Ha inaugurato una nuova gestione giusto sabato 7 dicembre L’Altra Bottega di via Manara: uno dei due punti vendita storici del commercio equo in città che da ottobre è stato preso in «consegna» dalla
cooperativa Ceff «Francesco Bandini» (che dietro il bancone schiera i ragazzi del centro soci-occupazionale Il Sentiero): «Il primo giorno è stato molto positivo – racconta il direttore della Ceff Gabriele Emiliani -: sono passate in negozio alcune centinaia di persone, in certi momenti era davvero pieno». Tra i regali più richiesti i cesti con prodotti di varie parti del mondo, ma anche le marmellate della
cooperativa Kara Bobowski di Modigliana («Vendiamo anche prodotti delle altre coop sociali del territorio») e le borse realizzate con materiali di recupero.
La cesta è molto ricca anche alla
Bottega della Loggetta, un altro progetto sociale inaugurato meno di un mese fa in piazza Due Giugno dall’associazione Si può Fare (una decina di ragazzi con disabilità intellettive che vendono prodotti del territorio o a chilometri zero): «Finora è andata piuttosto bene – racconta Elisabetta Cimatti, mamma di una dei ragazzi coinvolti nell’esperimento -: c’è molto interesse, abbiamo già fatto nuovi ordini. In molti ci chiedono le ceste natalizie, che da noi sono un po’ speciali: scatole ricoperte si stoffe anch’esse realizzate dai ragazzi». Si va dai 4 o 5 euro per il singolo prodotto, quantifica, ai 25-30 per un «bel cesto. Dentro ci può stare di tutto: dal vino e l’olio dei nostri produttori ai salumi alle creme spalmabili della coop La Pietra Scartata di Rimini ai dolci della Modigliantica». E chi li compra? «Spesso sono persone che già conoscono e apprezzano il nostro progetto: c’è chi conosce i ragazzi e li viene a trovare. Ma la cesta è anche un modo per promuovere e far “assaggiare” un po’ della nostra terra a parenti lontani, ad esempio».
Rotta opposta (ma stesse finalità) anche per chi sceglie
«Artigiani nel mondo» per fare i regali di Natale: «I prodotti alimentari vanno certamente per la maggiore quest’anno – racconta la presidente dell’associazione di volontari (una decina) che gestisce il negozio di Corso Mazzini Sandra Casanova -: in molti ci chiedono di fare cesti con cioccolato, caffè, zucchero di alcune cooperative del Sud del mondo, o con i prodotti di Libera. La spesa media si aggira sui 35 euro. Ma tutti chiedono e vogliono nella confezione un riferimento alla storia del prodotto e ai principi del commercio equo». Un’attenzione che evidenzia un altro stile di consumo e di dono: «Abbiamo clienti abituali che vengono settimanalmente, altri che vediamo soprattutto prima delle feste, per i regali». Il giro di persone è più o meno lo stesso, racconta Casanova, ma la spesa, con la crisi, è diminuita: «Il calo si aggira sul 10%. A Faenza ci sono due botteghe di commercio equo, forse un po’ troppe per la città».
E anche nella
«Bottega insieme», il negozio solidale allestito per il periodo natalizio al centro Le Cicogne dalla coop sociali Ceff Francesco Bandini, In Cammino e Riciclclaggio e Solidarietà con i loro prodotti, la spesa per i regali natalizi è diminuita: «In media si sta sui 10 euro circa, gli acquisti si orientano sull’oggettistica, le bomboniere e le cornici che produciamo nel centro socio-occupazionale di via Pana. Ma la ‘Bottega insieme’ è soprattutto un modo per far conoscere le nostre cooperative sociali alla città. E sono in tanti che, di passaggio al centro commerciale, si fermano a curiosare».
Daniela Verlicchi