Omicidio Bartolotti, Giuseppe Napoli confessa

Dopo un lungo interrogatorio, Giuseppe Napoli, 55enne catanese, indagato per l'omicidio di Anna Maria Bartolotti ha confessato «sono stato io, non mi ha concesso un prestito». Sabato 21, il procuratore Alessandro Mancini e il dirigente della Squadra Mobile, Nicola Gallo, hanno illustrato quanto riferito dall'uomo in sede di interrogatorio. Napoli  è stato, infatti,  sentito venerdì 20 e agli agenti ha confessato di aver bevuto un caffè con la Bartolotti ed essersi infuriato perchè la donna non le aveva voluto dare del denaro. Così l'ha strangolata con un fazzoletto poi l'ha colpita al viso con un arma da taglio trovata in casa. Napoli è poi uscito dopo aver preso il portafoglio per simulare una rapina. Dopo l'episodio l'uomo era stato ricoverato in ospedale per problemi cardiaci e gli agenti lo avevano fermato proprio all'uscita dalla struttura con l'accusa di omicidio volontario aggravato dall'efferatezza e da  futili motivi. Inizialmente aveva negato ogni coinvolgimento dichiarando di essere stato da tutt'altra parte quel 2 dicembre, giorno in cui gli agenti scoprirono il cadavere della donna, poi venerdì 20,  ha confessato.
Le forze dell'ordine avevano pensato ad un omicidio avendo trovato la porta sul retro aperta senza alcuna effrazione e l'assenza del portafoglio che la signora custodiva con attenzione. L'autopsia, infine aveva rivelato che la donna non era morta per un malore,ma che era stata colpita con violenza.