COLLINA | Coldiretti: «Troppi lupi per allevare», ma il Parco garantisce gli indennizzi

Ravenna | 21 Luglio 2013 Cronaca
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La Coldiretti prende posizione contro il proliferare dei lupi in collina e montagna: «Non è una novità - scrive in una nota l'associazione di categoria - tant'è che da anni segnaliamo il problema, il quale però cresce in modo esponenziale finché non si affronta alla fonte». «Fin qui nulla di nuovo - commenta il presidente Massimiliano Pederzoli -, ma agricoltori ed allevatori sono indignati dal fatto che le istituzioni, anziché preoccuparsi degli uomini che vivono in questi territori, si preoccupano di organizzare salotti con tanto di cena a tema per festeggiare l'incremento di fauna selvatica, lupo compreso». «In un momento difficile come questo - aggiunge Antonio Sangiorgi, direttore di Coldiretti Ravenna - le aziende agricole della collina avrebbero bisogno di maggior attenzione e rispetto piuttosto che di indifferenza quando va bene o di prese in giro a lume di candela quando va meno bene».



«Quanto alla cena a tema - replica Massimiliano Costa, direttore del Parco Vena del Gesso - si è trattato non  di un evento mondano, ma di un'iniziativa rivolta appunta ad agricoltori e allevatori che hanno partecipato con 48 presenti, che hanno dibattuto con noi, molto civilmente, del problema dopo una cena dove i cibi erano tutti di loro produzione perché è ovvio che sia nell'interesse di tutti, in primis del Parco, promuovere le aziende del territorio».
E' comprensibile comunque che tra lupo e uomo-allevatore esista un'atavica diffidenza, in passato concretizzatasi con una lotta senza quartiere (che aveva portato il lupo alle soglie dell'estinzione) e che oggi, con il ritorno del predatore, presenta diversi rigurgiti. «Mi preme sottolineare che come Parco Vena del Gesso indennizziamo i danni da lupo al 100% - spiega Costa -, a differenza di altri enti pubblici che lo fanno in percentuale minore. Lo facciamo anche in mancanza di ritrovamento della carcassa della pecora o capra sbranata, malgrado la legge lo imponga, perché capiamo che questo non sempre è possibile; lo facciamo purché si appuri che nella zona ci sono lupi, e anche a questo serve appunto la ricerca, che noi facciamo non per hobby, ma nell'interesse stesso degli allevatori. Poi sono il primo a riconoscere che l'indennizzo più giusto sarebbe quello 'in natura' e non in denaro, cioè con un animale che sostituisca pienamente quello predato. Quando come parco avremo i soldi per organizzare un nostro allevamento preposto appunto agli indennizzi, questo sarà possibile come già avviene per quello della Maiella».

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