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AGRICOLTURA | La batteriosi è peggiorata, kiwi a rischio

Ravenna | 15 Giugno 2013 Cronaca
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La lunga stagione piovosa che ha accompagnato inverno e primavera ha peggiorato la batteriosi dei kiwi che aveva finora colpito con mano leggera i campi della collina faentina e della prima pianura dove si produce questa coltura in provincia di Ravenna.
Tra varietà verde e gialla, in provincia sono 2.900 gli ettari coltivati su 4.400 presenti in regione. A marzo si stimavano 500 ettari colpiti dalla batteriosi (il che, fortunatamente, non significa che debbano essere abbattuti tutti) in provincia di Ravenna, ma si tratta di un dato oggi al ribasso visto il perdurare del maltempo nei mesi di aprile e maggio. Nel 2012 furono estirpati 24 ettari, ma sono almeno il doppio quelli che sono stati abbattuti quest'anno.



In questo quadro arriva in soccorso la Regione che si è impegnata ad aiutare gli agricoltori nella sostituzione degli impianti, rimpinguando il fondo sulle calamità agricole con 200mila euro aggiuntivi che, sommati a quelli già presenti, creano un cuscinetto da circa un milione di euro.
«L'anno scorso siamo andati molto bene grazie a situazioni climatiche favorevoli, mentre quest'anno è avvenuto il contrario - spiega Danilo Misirocchi, presidente provinciale della Cia -. Come associazione provinciale, insieme al presidente regionale Antonio Dosi, siamo andati a Roma nei giorni scorsi per sensibilizzare l'organizzazione a fare pressioni per incentivare la ricerca di una soluzione. Il contributo fondamentale che ci darà la Regione è un cerotto, ma non possiamo fermarci qui: per quello che rappresenta il kiwi come indotto economico abbiamo necessità di continuare a trovare una soluzione e appoggi, anche europei. Intanto stiamo cercando di selezionare piante resistenti che in natura esistono».
«Il danno economico può diventare ingente, vista la diffusione di questa coltura nella collina faentina e nella prima parte della pianura - inquadra la questione Massimiliano Pederzoli, presidente provinciale di Coldiretti -. La primavera più piovosa dell'ultimo secolo ha visto abbattimenti pesanti nel faentino. Ora dovremmo avere un momento di tregua col caldo, ma serve una soluzione: bisogna vedere come tornerà a presentarsi il problema in autunno. Finora si è adottata una soluzione "occhio, ferro e fuoco", ossia individuazione del problema, taglio della pianta e rogo della stessa: è chiaro che non è sostenibile. Non possiamo perdere una coltura che per trent'anni ha aiutato così tanto i redditi delle aziende agricole».
«E' sempre più preoccupante la recrudescenza che sta mettendo in ginocchio una delle coltivazioni più estese e importanti del nostro territorio - concludono invece i vertici di Agrintesa -. La situazione è particolarmente difficile per le condizioni climatiche degli ultimi mesi che hanno favorito un'ulteriore propagazione. Nessuna soluzione per ora si è mostrata totalmente risolutiva. La linea di comportamento più indicata è: il continuo monitoraggio dello stato di salute degli impianti con eventuali interventi di taglio, asportazione e bruciatura delle parti infette o delle intere piante; la periodica copertura con prodotti a base di sale di rame; l'attenzione, durante le normali pratiche colturali, a non procurare ferite o abrasioni alle piante di kiwi nelle giornate di bagnatura, dal momento che il batterio si propaga maggiormente in condizioni di spiccata umidità».

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