RAVENNA | Steve Vai con l'orchestra sabato 15 al pala De Andrè

La differenza, probabilmente, sta nel fatto di aver suonato, appena ventenne, con quel diavolo di Frank Zappa. Nell'immaginario rock collettivo, Steve Vai è parte integrante della «sacra triade» dei virtuosi della chitarra, insieme a Yngwie Malmsteen e Joe Satriani, che di Steve fu maestro in gioventù.
Quello che però lo distingue dagli altri due, rendendolo appetibile anche al pubblico non avvezzo all'heavy-metal - sia pure quello più contaminato coi retaggi della musica classica e intriso di inenarrabili acrobazie tecnico-esecutive - è il fatto di essere un musicista dagli «orizzonti più aperti». Giuste o meno che siano queste considerazioni al limite del luogo comune, non c'è dubbio che Steve Vai sia un ottimo «musicista», prima ancora che un chitarrista straordinariamente dotato. E se le sue dita si muovono sulla tastiera della sei corde alla velocità della luce, anche il suo cervello non dev'essere proprio una tartaruga, dato che nel 1981 il nostro entrò, giovanissimo, nella band di Frank Zappa, noto per essere un vessatore di chitarristi, prima ancora che un genio della composizione. La sue intricatissime partiture sono il sadico banco di prova su cui si fa le ossa Steve Vai, che già che c'è quelle partiture le trascrive pure, non pago di suonarle ai limiti delle possibilità umane.
Che la musica di Steve Vai non si possa racchiudere nel novero dell'hard-rock, se ne accorgerà, probabilmente, chi lo andrà ad ascoltare sabato 15 giugno, alle 21 al pala de Andrè, dove Vai suonerà invitato dal Ravenna festival, alla testa della sua Evolution Tempo Orchestra, un autentico ensemble sinfonico. Steve Vai, in effetti, non è solo il virtuoso che sfidava sul palco i sopracitati Malmsteen e Satriani, non è solo il chitarrista di lusso che negli anni '80 si concessero i Whitesnake e David Lee Roth (che voleva a fianco un altro campionissimo della sei corde all'altezza di Eddie Van Halen), ma è prima di tutto un compositore innamorato tanto della musica barocca (presumibilmente un regalo dovuto ancora una volta a Zappa) quanto dell'hard-rock (Steve non ha mai fatto mistero che a spingerlo a suonare la chitarra sia stato Jimmy Page ai tempi dei Led Zeppelin). L'idea di scrivere e farsi accompagnare da un'orchestra, cresciuta negli anni per concretizzare le idee sempre più ambiziose del chitarrista, è anch'essa un retaggio dell'hard-rock delle origini, risalente per lo meno al «Concerto for Group and Orchestra» dei Deep Purple. Ma ovviamente non sarà hard-rock la musica che il virtuoso italo-americano suonerà a Ravenna. Il concerto si annuncia infatti come un'esplorazione delle sue vertiginose «teorie delle corde», un tentativo di far suonare un'orchestra in modo nuovo e travolgente, ma anche di distendere la poetica brutale del rock su arie celestiali. Anche a costo di suonare un assolo in meno.Biglietti 18-50 euro, info 0544/249211.