Utilizziamo i cookie, inclusi quelli di terze parti, per raccogliere informazioni sull’utilizzo del nostro sito web da parte dei visitatori. I dati personali raccolti sono utilizzati per la personalizzazione degli annunci pubblicitari. I cookie sono utili per garantire agli utenti un'esperienza di navigazione ottimale, per migliorare costantemente il nostro sito e, previo consenso, possono essere utilizzati dai nostri partner per mostrare pubblicità personalizzata mostrando agli utenti offerte adatte ai loro interessi.
Facendo clic sul pulsante "Accetta", acconsenti l’utilizzo di tutti i cookie, compresi quelli utilizzati per la personalizzazione degli annunci pubblicitari in base ai tuoi interessi. Chiudendo questo banner o continuando con i cookie essenziali verranno utilizzati esclusivamente i cookie tecnici e analitici per i quali non è necessario il tuo consenso. In qualsiasi momento puoi revocare il consenso a tutti o alcuni cookie cliccando sul pulsante "Preferenze Cookie", sempre raggiungibile dal footer del sito.
Informazioni più dettagliate sull’utilizzo dei cookie sono disponibili nella nostra privacy & cookie policy.
La crisi del mattone morde Faenza e non lascia tregua. Tutto iniziò con una serie di piccoli segnali nel 2008 e nel 2009: ditte unipersonali o famigliari, poco più che una partita Iva, cancellate dal primo alito di crisi. A fine 2010, quando a metà ottobre fu messa in liquidazione la Cef - Cooperativa edile faentina -, piccola impresa con 21 lavoratori, il campanello suonò un po' più forte. La seconda scossa, la prima veramente forte per la città, fu quella a inizio 2012 quando al noto imprenditore Pietro Morini, presidente della Gimo, l'immobiliare che racchiude proprietà immobiliari per mezza Faenza e partecipazioni importanti in aziende che escono dai confini manfredi, due istituti hanno chiesto di rientrare dei debiti. Le cifre che circolano furono importanti, qualcuno parlava di 100 milioni di euro, ma l'interessato ha sempre smentito l'entità.
Si pronuncerà il 28 giugno prossimo il giudice delegato Alessandro Farolfi del Tribunale di Ravenna sullo stato patrimoniale della Bentini dopo le perizie dei commissari Gian Marco Grossi e Gianandrea Facchini di Ravenna e Monica Catani di Faenza. L'impresa aveva chiesto il concordato in continuità per avere i debiti congelati per un anno in modo tale da raddrizzare la situazione, ma il giudice ha concesso quello preventivo ed entro il 6 maggio dovranno essere informati i creditori. Entro sabato 23 marzo l'impresa dovrà depositare 400mila euro a deposito vincolato per il parziale pagamento delle spese presumibili della procedura. Oggi l'edile di via Deruta ha 170 dipendenti in organico (fino a pochi anni fa erano 300), di cui 110 sono in cassa integrazione e vanta crediti importanti con l'amministrazione pubblica.
L'importante immobiliare faentina ImmGest, con sede in via XX settembre, è fallita a metà febbraio con sentenza depositata dal giudice delegato Alessandro Farolfi al Tribunale di Ravenna.
E' invece «in regime di contratti di solidarietà - spiega Giancarlo Marchi, segretario generale della Fillea Cgil - la cooperativa di abitazione Casacooptre. D'altronde il calo delle compravendite è sotto gli occhi di tutti».
Cala il giro d'affari, ma chiude i bilanci in positivo la cooperativa di abitazione Coabi. «Risentiamo della crisi generale con un numero di ordinazioni in calo, ma il bilancio è in positivo e questo ci fa sperare per il futuro - analizza il presidente Emiliano Dolcini -. Andiamo con i piedi di piombo e, come abbiamo sempre fatto, faremo scelte oculate».
«E' evidente che stanno scoppiando le situazioni peggiori, ma il problema è molto più complesso - conclude Marchi della Fillea Cgil -: il calo delle imprese iscritte in provincia alla Cassa Edile è calato dal 2008 a fine 2012 oltre il 50%, mentre le maestranze da oltre 6mila a 3mila. Se non si incominciano a fare interventi sul territorio da parte delle amministrazioni comunali, a partire dal rinnovo delle strutture nei centri storici a fondo perduto, la crisi si avviterà inesorabilmente».
via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it
Pubblicità
Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90). Contributi incassati