AMBIENTE | Arriva il metano di Edison e la terra inizia a tremare

Il colosso energetico Edison nel mese di maggio inizierà a pompare il metano d’importazione negli abissi della Bassa. Gli impianti sono pronti: ma prima della vera e propria messa in funzione della struttura che utilizzerà i vecchi giacimenti esausti nel sottosuolo di Bagnacavallo, Cotignola e Granarolo (più marginale il ruolo di Lugo, Sant’Agata e Solarolo), partirà dalla fine di marzo una nuova «indagine sismica» a base di piastre vibranti e microcariche esplosive.
«Propagando onde elastiche nel terreno e valutando i tempi di risposta - spiega l’ing. Stefano Carbonara di Edison stoccaggio - avremo una ricostruzione 3d più precisa del sottosuolo, simile ad un’ecografia medica, che ci permetterà di ottimizzare gli impianti e valutare come rispondono con l’immissione del gas». Le onde verranno generate da imponenti autocarri dotati di una piastra vibrante (i vibroseis) o con cariche esplosive (35 cm di lunghezza, 5,6 cm di diametro per un chilo di peso) poste sul fondo di pozzetti scavati nel terreno ad una profondità massima di 15 metri (per un diametro di 10 cm). Verranno piazzati anche dei particolari microfoni (i geofoni) per captare le onde che, rimbalzando nelle profondità, tornano in superficie.
Entro fine marzo inizierà la fase di permitting: i tecnici della Geotec contatteranno i proprietari dei terreni per accordarsi sull’accesso delle apparecchiature sui fondi privati. Dopo le presentazioni pubbliche del progetto a Lugo (mercoledì 13 all’hotel Tatì, dove non sono mancate le polemiche, anche molto accese) e a Granarolo (giovedì 14), gli incaricati di Edison incontreranno le associazioni di categoria degli agricoltori per mettere a punto le modalità di intervento e soprattutto ufficializzare le cifre per coprire gli indennizzi ai coltivatori danneggiati dal passaggio dei macchinari sui campi. L’azienda assicura che persone o cose non sono in pericolo. Si andrà avanti per gradi: 25 chilometri quadrati alla volta.
Ma il dado è tratto e da qui non si torna indietro. Questo è solo l’atto conclusivo di una trafila iniziata nel 2008 e passata attraverso la procedura di Via ministeriale. Il gas metano arriverà a maggio e per un periodo di circa tre anni verrà pompato negli strati di roccia porosa a oltre 2,5 chilometri di profondità. Edison ha già liquidato ai Comuni interessati 3,7 milioni di euro e altri soldi, spiccioli a confronto, arriveranno con la messa in esercizio dell’impianto.Quella di Edison non è l’unica campagna «sismica» in programma nei prossi mi mesi in provincia. I colleghi di Enel Longanesi developement inizieranno infatti le loro rilevazioni in giugno tra Bagnacavallo e Russi, sfiorando anche i territori di Cotignola e Ravenna. Il metodo è lo stesso, l’azienda è la stessa. I tecnici della Geotec, in questo caso, dovevano mettersi all’opera in febbraio con vibroseis e microcariche per cercare di nuovi giacimenti di metano nei 70 chilometri quadrati del permesso di ricerca «San Marco». Ma le operazioni sono slittate di qualche mese, a giugno, su richiesta delle associazioni di categoria degli agricoltori, preoccupati dal passaggio dei mezzi pesanti e dei tecnici sui campi ancora umidi. Ma partiranno prima a lavorare poco distante per conto di Edison.
Per le indagini sui territori di confine le due aziende hanno raggiunto un accordo: saranno sempre gli stessi, ma lavoreranno per conto di Edison.
Curioso pensare che se andasse avanti anche l’affare di Enel Longanesi, ma è ancora tutto da vedere, ci potrebbero essere due aziende diverse che operano su territori confinanti e che si appoggiano, il condizionale è d’obbligo, alla stessa centrale: quella di Bagnacavallo (però chiamata San Potito) che si intravede dalla provinciale San Vitale. Enel lavorerebbe per estrarre il metano da nuovi giacimenti, Edison per immagazzinarlo in quelli esausti. Chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane.