RAVENNA | Transmissions entra nel vivo con Æthenor, Phil Minton, Charles hayward e Daniel Higgs

Musiche che escono dal corpo e dalla mente di chi le suona, per investire chi ascolta e sfuggire al controllo di chi le genera. Era in essenza questo l'obiettivo della musica rock nella sua fase più eroica e liberatoria sul finire degli anni '60 ed è a questo che punta, utilizzando il termine «trascendenza», Daniel O'Sullivan, il curatore della sesta edizione del festival Transmissions.
Aperto da un maestro storico del minimalismo come Charlemagne Palestine, l'appuntamento di di Bronson produzioni con la musica di ricerca quest'anno andrà oltre la musica con una stand della rivista inglese The Wire, una mostra alla galleria Mirada (Monkey Magick, che inaugurerà venerdì 15 alle 16 coi lavori degli artisti in cartellone) e la presenza dello scrittore Mark Pilkington con i suoi Strange Attractor Talks, dedicati all'influenza dell'occultismo nella cultura musicale e giovanile.
Il londinese Daniel O'Sullivan è un personalità in accreditamente crescente negli ambienti delle musiche di ricerca, titolare di numerosi progetti ha fatto capire in poco tempo di essere particolarmente versatile (passa agevolmente dal prog all'ambient) e avere un immaginario del tutto personale, pieno di riferimenti colti e capace di mediare tra oscurità e barocchismi. A Ravenna ha organizzato un festival a sua immagine e somiglianza, nel quale peraltro l'uso creativo della vocalità avrà un ruolo di primo piano.
A questo proposito, venerdì 15 all'Almagià alle 20 saliranno sul palco Stian Westerhus & Sidsel Endresen, particolarissima coppia di improvvisatori (chitarra e voce) che si producono in una fascinosa e fluente esplorazione dei lati oscuri dell'espressione umana con uno stile di rara eleganza in un settore musicale tanto radicale. Dopo di solo toccherà agli Æthenor, progetto condiviso da O'Sullivan con Stephen O'Malley (curatore dell'edizione 2012 di Transmissions) e improntato a una formula musicale molto densa, che media tra rumorismo, ambient e improvvisazione.
Sabato 16 al Bronson alle 20 apriranno gli italiani Julie's Haircut, avventurosi esponenti dell'indie-rock italiano degli anni zero, dopo di che toccherà allo sciamano Daniel Higgs, da Washington. Già leader del gruppo post-punk LUngfish, Higgs negli ultimi anni si è tramutato in un invasato predicatore dell'apocalisse, armato solo di voce, banjo ed effetti elettronici tanto efficaci quanto rudimentali. A seguire i Grumbling Fur, suggestivo progetto elettronico di Daniel O'Sullivan con il cantautore esoterico Alexander Tucker. Oscura premessa alal chiusura con i Pharaoh Overlord e il loro pachidermco noise-rock psichedelico. Sul palco insieme a loro ci sarà il grande batterista Charles Hayward, che a fine anni '70 fu tra i fondatori degli This Heat, formazione britannica tra le più originali di sempre, capace di suonare al confine tra progressive, new wave e musica industriale, quando queste ultime due correnti erano ancora agli albori.
Domenica 17 tour de force finale, dalle 18 all'Almagià, con il set solista di Charles Hayward, cui seguirà il concerto di Mothlite (ancora Daniel O'Sullivan nel suo progetto più personale) insiema a Mr. Todd, un altro esploratore dell'esoterismo a fianco dei compianti Coil. In chiusura si esibirà il Feral Choir di Phil Minton, con cantanti reclutati a Ravenna (i laboratori si svolgeranno il 15 e 16 marzo all'Ardis Hall alle Bassette, info 333/209714). Il veterano britannico dell'improvvisazione vocale chiuderà con una performance del suo «coro ferino», fondato sull'emissione libera della voce umana, e sull'insieme di persone che cantano in una condizione di estraneità. Un esperimento che rimanda a storiche esperienze dell'avanguardia britannica come Scratch Orchestra e Portsmouth Sinfonia, ossia gruppi di analfabeti musicali coinvolti in liberatori progetti di assoluta avanguardia.E' possibile abbonarsi all'intero festival a 30 euro. le singole serate costano 12 euro. Info 333/2097141