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Pucci raddoppia. La storica impresa lughese che produce sottoli, sottaceti e altri condimenti come i nuovi «Cotti a vapore» ha concluso la trattativa con il Copador (Consorzio padano ortofrutticolo) per arrivare all'acquisizione di Berni (che ha come prodotto di punta il Condiriso) e Louit Frères (storico marchio francese nato nel 1824, leader italiano della senape). L'azienda bassoromagnola inizia in questi giorni la produzione di sottoli a marchio Berni negli stabilimenti di via Tomba con un affitto dei marchi in attesa che vengano svolti i tecnicismi dell'acquisizione che richiedono tempo. Per la Pucci si tratta di un raddoppio abbondante di fatturato, visto che al fatturato 2012 che ha toccato quota 16 milioni di euro, si aggiungeranno i 22 milioni di euro di Berni.
La trattativa è stata lunga e difficile. «E' durata quasi un anno, visto che abbiamo iniziato a parlare con Copador nell'aprile scorso - racconta il presidente Stefano Pucci -. L'idea che sta alla base dell'acquisizione è nata dal fatto che in Italia bisogna crescere di dimensioni per stare sul mercato in questo momento e si deve continuare ad investire come abbiamo fatto anche in passato. E' stata dura, lunga ed è andata avanti molti mesi, ma adesso abbiamo l'affitto dei marchi in attesa di concludere le pratiche d'acquisto». Copador è tra le maggiori aziende di trasformazione del pomodoro operanti in Europa, ma nell'avventura nel settore dei condimenti non ha brillato. «Era in difficoltà e nell'aprile del 2012 abbiamo iniziato a sondare la possibilità di acquisire i marchi - continua l'imprenditore lughese -. A fine anno la situazione è diventata propizia e a metà dicembre la trattativa ha preso una nuova piega. Abbiamo passato le feste al lavoro: il primo dell'anno alle 9 di mattina ero già in ufficio». Pucci è una realtà solida e in grande crescita grazie ad una gestione volta sempre a guardare avanti come dimostra la propensione agli investimenti e la costante crescita di fatturato che nel 2012 ha toccato quota 16 milioni di euro (+8% rispetto al 2011). A trainare l'impresa lughese è soprattutto l'export che ha raggiunto circa il 55% del volume d'affari con una crescita tra il 15 e il 20%. «All'estero abbiamo quasi tutti a marchio, visto che è molto più diffuso che in Italia - analizza -. Guardano molto alla qualità e noi ne abbiamo da sempre fatto la nostra bandiera». Oggi nell'impresa lughese lavorano 60 dipendenti. Le prospettive per il 2013 sono di grande crescita: in primis grazie all'acquisizione della Berni che si presta a più che raddoppiare il fatturato, portandolo da 16 a 38 milioni. «Non nascondo che l'obiettivo è ancor più ambizioso - si sbilancia Stefano Pucci -. Puntiamo a raggiungere i 40 milioni di euro». Con l'acquisizione di Berni, Pucci riuscirà «a sfruttare al meglio le economie di scala. Inoltre, grazie all'investimento fatto nel 2006 quando venne triplicata e grazie al doppio turno, riusciremo a dimezzare i costi fissi e sfruttare al meglio la nuova sede che è tra le più grandi d'Italia nel settore con i suoi 30mila metri quadrati». Cambierà inevitabilmente il mercato di riferimento, «visto che Berni vende il 90% dei propri prodotti in Italia. Con questa operazione entreremo nei primi cinque operatori italiani del settore: una bella garanzia per il futuro». La parte commerciale resterà in capo a Pucci, come la produzione dei sottoli, mentre «la linea della senape in un primo momento resterà conto terzi - spiega il presidente - e riusciremo a trasferirla a Lugo forse nel 2014. Il Condiriso lo faceva direttamente Copador e continuerà a farlo per 5 anni in conto lavorazione». Per le lavorazioni aggiuntive comunque la Pucci «è pronta ad aumentare i volumi: avevamo da tempo preparato questo salto». Con Condiriso, Berni è leader di mercato italiano nel settore, ma per l'impresa lughese «è come un ritorno a casa - racconta l'imprenditore lughese -. A metà degli anni '80 eravamo un'azienda artigianale e inventammo il Prontoriso. Berni era già un'industria affermata e qualche anno dopo di noi lanciò Condiriso con la forza di un gruppo strutturato che noi non avevamo. In seguito il marchio fu acquistato da Nestlé, che poi lo cedette insieme a Louit Frères a Copador».
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