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La sinistra ravennate e il Partito democratico piangono Mario Cassani, alfonsinese, figura di spicco della lotta antifascista, che aveva fatto della politica fatta da sinistra la sua ragione di vita. Cassani è scomparso nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 all’età di 96 anni.
Nato nel 1916 a Portomaggiore da Giovanni Cassani e Argia Maestri, a due anni orfano di padre, morto in prigionia durante la Prima guerra mondiale, Mario Cassani è stato convinto antifascista. Entra nel Partito Comunista clandestino per poi diventarne il rappresentante all’interno del Cnl, insieme a Annibale Manzoli. Intanto nel 1939 ha sposato Antonia Valicelli; dal matrimonio nasceranno due figli, Gianni (padre di Alberto, coordinatore del progetto Ravenna 2019) e Walter (responsabile del Teatro stabile di Torino).
Compagno d’armi e poi amico fraterno di Arrigo Boldrini, dal 1943 si impegna completamente nella lotta clandestina contro i nazifascisti, organizzando una rete di partigiani che controllava la zona fra Alfonsine e il Ferrarese. Per una manifestazione a Longastrino viene arrestato e portato in carcere dal Governo Badoglio. «Con Cassani scompare un personaggio importantissimo per la nostra città – dichiara il sindaco di Alfonsine Mauro Venturi -. Fu il primo sindaco della nostra città ad essere eletto a suffragio universale, quindi anche grazie al voto delle donne. E se anche viveva da molti anni ormai a Ravenna, era rimasto legatissimo ad Alfonsine: ogni volta che passava di qua, o che si faceva sentire, non mancava di chiedere informazioni sulla città, e sulle tantissime persone che conosceva». Rimane in carica dal 31 marzo 1946 al 1951.
Poi viene eletto consigliere provinciale (per un breve periodo gli viene affidata la delega della Finanza). «Tra i tanti meriti di Cassani - precisa il presidente Claudio Casadio - mi piace ricordare la sua figura di capace e intelligente amministratore della Provincia, fin dal primo consiglio eletto dai cittadini ravennati, che affiancava la giunta guidata da Bindo Giacomo Caletti». Cassani rimane in consiglio provinciale fino al 1959, quando lascia l’amministrazione pubblica e viene nominato vicepresidente della Federazione delle cooperative.
Successivamente, e per trent’anni di seguito, lavora nella Federazione provinciale di Ravenna del Partito comunista italiano, col ruolo di tesoriere.
«Mario Cassani è stato fra gli uomini che hanno fatto la storia della sinistra a Ravenna - commenta il segretario provinciale del Pd, Alberto Pagani, anche lui alfonsinese -. Lo ricorderemo sempre per la sua onestà, il generoso impegno al servizio della comunità e l’autentica passione politica».
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