Porto, parla Cordone: «Servono fondali, banchine e concertazione per ripartire»

Ravenna | 02 Gennaio 2017 Economia
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«Serve un sistema che garantisca costantemente il mantenimento dei fondali, l’attuazione delle opere di approfondimento e l’adeguamento delle banchine». Così Carlo Cordone, presidente dell’associazione Agenti e mediatori marittimi, sottolinea le priorità del porto di Ravenna.
Com’è stato il 2016 per l’associazione?
«Per l’associazione è stato un anno particolarmente significativo: da associazione ravennate si è infatti trasformata in un’associazione regionale diventando così espressione unitaria delle sezioni locali che la compongono e, attraverso queste, delle imprese che ne fanno parte e che esercitano l’attività di raccomandazione marittima e di mediazione marittima in Emilia Romagna. Si tratta di una svolta rilevante: l’associazione ha oggi più peso a livello nazionale in sede di Federagenti (grazie ai tre rappresentanti che le spettano a norma di statuto federale) che si accompagna però a maggiori impegni e responsabilità; allo stesso tempo questo cambiamento è lo specchio della tendenza in cui la base regionale e la divisione in macro zone sembra essere il comune denominatore, nell’ottica di uno sviluppo mirato e rafforzato».
Quali sono i numeri dell’associazione?
«Asamar Emilia Romagna raggruppa 36 aziende associate tra i maggiori porti della Regione (Ravenna e Rimini) coprendo tutta la riviera dell’Emilia Romagna, lidi ferraresi fino al Porto di Rimini, con oltre 400 persone occupate».
Quali sono i principali problemi che riscontrate?
«A livello nazionale è ormai improcrastinabile una revisione della legge 135/77, ossia quella che disciplina la nostra professione di raccomandatari o marittimi. Questa legge professionale, pubblicata nell’aprile del 1977, necessita da tempo un intervento di integrale aggiornamento, a fronte anche dei cambiamenti epocali che hanno contraddistinto gli ultimi quarant’anni: pensiamo alle novità legislative introdotte dalla Comunità europea (poi Unione europea), al libero mercato, alle innovazioni nelle comunicazioni, ecc. Un team di esperti a livello nazionale, coadiuvato dalle associazioni locali, sta lavorando alla trasposizione di quarant’anni di innovazioni in un testo legislativo che sia specchio dei nostri tempi, per garantire così quella professionalità senza la quale non è pensabile svolgere la professione di agente marittimo. A livello locale sono due i punti su cui tutti i nostri associati si esprimono in coro unanime: un sistema che garantisca costantemente il mantenimento dei fondali, l’attuazione delle opere di approfondimento necessarie a garantire la competitività del nostro scalo regionale maggiore, il porto di Ravenna. Inoltre chiediamo con forza l’adeguamento delle banchine».
Quanto ha pesato lo stallo istituzionale sui traffici? Come stanno reagendo gli operatori?
«La categoria che ho l’onore di rappresentare come presidente dell’Asamar Emilia Romagna ha dovuto affrontare anni di crisi da cui, uno scalo dalla conformazione particolare come il nostro (porto canale), rischiava di uscire molto ridimensionato. Non nascondo che non siamo ancora nel periodo d’oro che ha caratterizzato gli anni precedenti alla gravissima crisi economica della fine degli anni duemila, ma grazie alla tenacia dei nostri operatori - perché è proprio il capitale umano a fare la differenza - stiamo vivendo un periodo di forte impegno volto ad una ripresa piena e consolidata. Naturalmente tutto questo va accompagnato da una politica che non solo sappia assecondare il trend, ma che abbia una visione lungimirante, realistica ed estremamente competitiva. Concordo pienamente con quanto affermato dal nuovo presidente dell’Autorità di Sistema, Daniele Rossi, e auspico che la ritrovata serenità tra le istituzioni locali possa finalmente convergere sulla priorità regina che resta l’escavo dei fondali, che dovrà necessariamente essere accompagnata da interventi periodici di manutenzione ordinaria che garantiscano la piena e continua operatività del porto. Il nuovo presidente dell’Autorità di Sistema ha colto nel segno comprendendo la necessità di ristabilire i migliori e più proficui rapporti fra l’Autorità di Sistema e le istituzioni economiche e pubbliche, a partire dall’amministrazione comunale, ma soprattutto prendendo immediatamente contatto con coloro i quali conoscono la realtà portuale quotidianamente, coloro i quali possiedono direttamente il polso della situazione come le associazioni di categoria che vivono ‘la banchina’ quotidianamente e ne conoscono le necessità. Sul finire di questo 2016 restano gli auspici di risultati finalmente positivi, affinché si assicurino il maggiore sviluppo possibile al nostro porto e quindi a tutta la comunità ravennate».

Elena Nencini
 
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