Al Ridotto del Masini di Faenza il 28 e 29 ottobre c'è il Cultura impresa festival
«I primi due anni sono andati molto bene, anche se si tratta di un festival settoriale, per addetti ai lavori che in questo caso sono gli operatori culturali. Già nel 2015 l’avevamo presentato al Salone del Libro di Torino e a Expo. Quest’anno abbiamo allargato ulteriormente gli orizzonti e costruito un ambizioso percorso itinerante che è cominciato ad inizio mese e si concluderà venerdì 28 e sabato 29 al Ridotto del teatro Masini di Faenza che rimarrà dunque il cuore della manifestazione. Tireremo le conclusioni, ma non ripeterà e anzi approfondirà gli argomenti trattati». Chiara Laghi, presidente della Cooperativa di Cultura Popolare, presenta così la due giorni faentina del «Cultura impresa festival».
Che festival sarà?
«Sarà un momento di riflessione sulle tematiche della cultura e su come il fare impresa in questo settore sia un qualcosa di assolutamente moderno e attuale. Lanceremo una provocazione: il settore culturale è arrivato da anni alla sharing economy. Si pensi alle biblioteche che per loro natura si basano sulla condivisione. Insomma, il rapporto con le nuove forme economiche - quindi sharing, imprese sociali, ecc. - è estremamente adatto al settore culturale».
E’ cambiata la formula.
«E’ cresciuto, è diventato itinerante, pur mantenendo un’anima faentina. Abbiamo iniziato il 7 ottobre portando un momento di riflessione sulle reti museali a Mamoiada in Sardegna, portando anche l’esempio del Museo delle erbe palustri di Villanova di Bagnacavallo. Poi abbiamo partecipato al Career Day dell’Università Cattolica di Milano e a Udine con una riflessione sul rapporto tra sviluppo turistico del territorio e cultura. Il format si esporta e cresce».
E nel week-end di Faenza ci saranno novità?
«Abbiamo portato alcuni esempi internazionali come quello con Kea e Fondazione Alma, che collabora da anni con la scuola di musica Sarti. Inoltre cambiano i workshop della mattina che saranno guidati dalla cooperativa Puntodock e che faranno da base ai dibattiti del pomeriggio».
I due appuntamenti da non perdere assolutamente?
«Venerdì (ore 14.30) è molto interessante ‘Oltre i confini nazionali: come si fa cultura all’estero’ il cui nocciolo vuole essere capire come viene finanziata negli altri Paesi la cultura, ad esempio attraverso la fiscalità. Poi la chiusura di sabato (alle 14.30) con la tavola rotonda ‘Cooperazione e cultura: un modello di sviluppo’ per ribadire l’attualità e la forza di questo modello d’impresa in ambito culturale».
Che numeri vi aspettate?
«Gli anni scorsi abbiamo avuto circa 500 operatori culturali. Quest’anno ci aspettiamo un po’ meno presenze per la sua natura itenerante».
Christian Fossi