Bunicci (Piloti) e Samaritani (Ormeggiatori): «Porto in crescita grazie agli operatori, ma senza più fondali finirà»
Oltre 17,48 milioni di tonnellate di merci sono state movimentate dal porto di Ravenna nei primi otto mesi del 2016, con un incremento di 1,32 milioni di tonnellate rispetto allo stesso periodo del 2015 (+8,65%). Dunque, fino a fine agosto, sono arrivate e partite dallo scalo bizantino quasi 160 navi in più rispetto ai primi otto mesi dell’anno precedente. Come sempre le rinfuse secche (+9,11%) sono la principale tipologia di merce con oltre 11,6 milioni di tonnellate movimentate: crescono in particolare i prodotti metallurgici, quelli agricoli e le derrate alimentari. Quasi tre milioni di tonnellate sono rappresentate dalle rinfuse liquide (+5,23%), mentre la merci varie in colli/container hanno una spinta inferiore (1,73 milioni di tonnellate, +3,4%; ma con il segno meno davanti ai container: oltre 156mila Teus movimentati, -4,05%). Interessante l’incremento delle merci su trailer/rotabili che ha segnato un +22,33% e ha raggiunto gli 1,2 milioni di tonnellate.
«Il porto di Ravenna è come un gatto, ha sette vite - spiega Mauro Samaritani -. Nonostante che le situazioni e i problemi strutturali permangano, riesce per il momento a mantenere i traffici e in alcuni casi a crescere. I motivi risiedono probabilmente nella sua natura: è un porto che è per l’80% composto da privati che hanno capacità e sono in grado di rimboccarsi le maniche anche nelle difficoltà. Inoltre avere un’ampia varietà merceologica è assolutamente importante: dove non c’è, vedi a Taranto con il dimezzamento a causa della vicenda Ilva, i traffici rischiano di crollare più facilmente».
Il problema è che «i miracoli prima o poi finiscono - rimarca Samaritani -. Si devono approfondire i fondali il prima possibile. Spero vivamente che questa assenza di governance portuale finisca presto, anche se chiunque verrà non avrà certamente la bacchetta magica. Una settimana in più o una settimana in meno non cambia purché la scelta sia ponderata in maniera adeguata; però è innegabile che siamo andati un po’ troppo per le lunghe. La priorità per il prossimo presidente del Porto è chiara: sono più di vent’anni che lavoro in quest’ambito e le problematiche sono sempre le stesse».
«I traffici sono in aumento, trascinati dai settori alimentari e metallurgici - sottolinea Roberto Bunicci, capo dei piloti del porto di Ravenna -. Stiamo assistendo ad un aumento delle stazze medie, con navi più grandi grazie anche al prezzo dei noli che in questo momento sono decisamente bassi. Questo risultato è frutto principalmente della bravura degli operatori del settore: operatori portuali, terminalisti e trader, ossia chi vende le merci nell’entroterra storicamente sede dei clienti dello scalo ravennate ovvero centro e nord Italia».
Non si scappa però dal nodo degli escavi del fondale. «Per il futuro prossimo non possiamo stare tranquilli senza un adeguamento dei pescaggi - ammette Bunicci -. Se analizziamo un comparto merceologico storico come quello dei cereali, è vero che siamo cresciuti con un ottimo +8%, ma i nostri diretti concorrenti hanno aumentato del 15% i traffici a Koper e del 40% a Venezia. Insomma stiamo crescendo, ma non come avremmo potuto. Oggi noleggiare vettori più grandi è conveniente e quindi è possibile far viaggiare le navi anche non piene, ma quando i prezzi risaliranno dovranno essere prossime alla portata massima. Dunque oggi riusciamo a parare il colpo e a resistere, ma la situazione potrebbe cambiare anche in poco tempo. Un po’ tutti ci aspettiamo che si sciolga il prima possibile lo stallo istituzionale per avere in breve tempo il nuovo presidente dell’Autorià che possa scegliere e attuare un progetto per lo sviluppo del nostro porto».
Christian Fossi
Foto Massimo Fiorentini