Federico Savini
«Il problema dell’uomo che rimane solo non se lo pone nessuno, mentre ancora oggi l’idea della donna che “resta sola, senza marito” viene vissuta come una tragedia. E non lo è, ma su questo siamo noi donne che dobbiamo lavorare, sono retaggi che la società e le donne stesse non hanno ancora superato». Amanda Sandrelli dice spesso che «A teatro mi piace portare le commedie, sono anche più stimolanti dei testi drammatici, ma devono essere commedie di spessore», e infatti le ci vuole poco a indicare con una certa precisione gli obiettivi profondi che anche gli spettacoli apparentemente leggeri celano. Il bagno, ri-allestimento atteso in prima al teatro Masini di Faenza da martedì 25 a giovedì 27, vedrà sul palco Amanda Sandrelli insieme a sua madre Stefania, con un affiatato gruppo di altre tre attrici per un cast completamente in rosa alle prese con una commedia di Astrid Veillon, diretta da Gabriel Olivares, che racconta della festa a sorpresa della quarantenne Lù, che sta per sposarsi. Ma la madre della sposa fa la sua comparsa a sorpresa, tra le amiche, che scelgono il bagno dell’appartamento come luogo di ritiro e confidenze sempre meno private.
«Il mio personaggio, Maria Sole – commenta Amanda Sandrelli -, è un’amica di Lù, quella un po’ più grande, con marito e figli. Alla faccia della maturità è una vera mina vagante, in pratica sarò ubriaca per buona parte dello spettacolo! E’ un personaggio sfaccettato, da una parte mi permette di lavorare molto sul corpo, alla Buster Keaton, dall’altra come spesso accade i personaggi apparentemente più leggeri nascondono i drammi più profondi».
Ma la notizia è che in scena non sarà figlia di sua madre…
«No, tra l’altro Serena Iansiti le somiglia anche più di me! Il personaggio di Lù è davvero quello di una figlia che ha una madre brillantissima, lo conosco anche troppo bene. In scena con mia madre ci abbracciamo solo una volta, devo dire che ci riesce sempre molto bene».
Lavoraste già insieme in tv. In teatro è diverso?
«Sì, se parliamo di recitazione lei potrebbe dare lezioni a tutte, ma se ne guarda. Le altre ragazze, tra cui Ramona Fiorini e Serena che debuttano in questo nuovo allestimento, erano in soggezione ma Stefania ha fatto subito squadra, devo dire che lo fa sempre e tutti glielo riconoscono, è la sua grande forza. La cosa buffa, per me, è che avendo fatto più teatro io di lei mi ritrovo spesso a darle consigli. L’allestimento è molto diverso dal cinema, e lì mia madre sembra una novizia».
Come escono gli uomini dallo spettacolo?
«Non benissimo, anche se il tono si mantiene sempre leggero. A quell’età appaiono spesso immaturi; d’altra parte le donne tendono quasi sempre a cercare in un uomo cose che questo non può offrire. Non ci sono condanne per gli uomini, comunque, diciamo che la nostra è un’affettuosa lamentazione».
E il mito della solidarietà femminile?
«Quello secondo me è fondato. Il problema è la fase in cui le donne pensano di doversi sgomitare per gli uomini, ma una volta superato questo step quando le donne fanno squadra diventano realmente importanti l’una per l’altra. Gli uomini, che pure legano facilmente tra loro, di fronte al dolore non mi pare abbiano questa risorsa, le amiche si aiutano davvero. Secondo me è una cosa bellissima, gli amori per lo più finiscono ed è inutile accanirsi su quello, non ci si deve sentire sole. Non lo siamo».
Stefania e Amanda Sandrelli e le altre interpreti della commedia saranno protagoniste del primo «Incontro con gli Artisti» al Masini, mercoledì 26 alle 18 al Ridotto.