Cisa, la minaccia di Allegion per avere subito le uscite
Allegion non esclude forzature per quanto riguarda la messa in mobilità nel caso non si raggiungesse quota 130 con quella volontaria (e incentivata con 24 mensilità) entro il 30 settembre. Non è un «faremo», ma basta per agitare le acque intorno a una vertenza delicata che vede già 104 adesioni. Restano da collocare 26 persone ed è già scontro su tempi e modi. Insomma quello di venerdì 16 al Mise di Roma non è stato un incontro sereno tra proprietà, istituzioni e sindacato.
«E’ un’affermazione grave che ventila in maniera non esplicita l’ipotesi di mettere in discussione l’accordo già dal 3 ottobre prossimo, quando torneremo a Roma per fare una verifica sul numero effettivo di lavoratori ancora in esubero al termine della procedura di mobilità volontaria - spiega Ivan Missiroli della Fiom Cgil -. Nell’accordo firmato davanti alle istituzioni locali e nazionali non c’è accenno alla mobilità unilaterale. E anzi viene sottolineato che, se al 30 settembre 2016 non si sarà raggiunta l’uscita di 130 persone si debbano mettere in campo tutte le operazioni alternative possibili. Il che significa usare la cassa integrazione aperta fino al 31 dicembre e valutare se accedere ad un altro anno di cassa integrazione o ai contratti di solidarietà. Alla nostra proposta l’azienda ha risposto che, dopo la riforma degli ammortizzatori per cui è considerata cassa utilizzata sia che la usi per una persona o per tutto il personale, non vuole ‘bruciarsi’ un anno di cassa solo per 26 persone. Allora delle due l’una: o si usa, o sono poche e si possono reimpiegare in altre attività, visto che ad oggi, col personale ridotto dalle uscite, i carichi di lavoro sono elevati».
Inoltre Missiroli sottolinea che «finora i lavoratori hanno collaborato con la massima disponibilità: non si dia per scontata nel caso Allegion non rispetti l’accordo. L’umore? Tra l’arrabbiato e il rassegnato».
Anche il sindaco Giovanni Malpezzi conferma che «la situazione è delicata, di tensione e serve equilibrio», ma garantisce che «come istituzioni non accetteremo una soluzione unilaterale di Allegion che sarebbe una grave violazione dell’accordo».
E sull’area commerciale rassicura: «La preparazione delle carte per la richiesta di variante per l’ampliamento dell’area già prevista è in corso, ma sicuramente non sarà pronta per il 3 ottobre. Sono procedure burocratiche lunghe. I tempi? Realisticamente un anno dalla presentazione».
Christian Fossi