Carlo Dalmonte: «Caviro, 2016 in crescita: export in doppia cifra. Vendemmia iniziata benissimo»

Faenza | 27 Settembre 2016 Economia
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«Le prime uve che sono state conferite nelle cantine sono di ottima qualità. Non sono un amante dei pronostici e delle previsioni, ma certamente gli auspici per questa vendemmia sono buoni. In Romagna, dove non ci sono stati fenomeni di siccità, le aspettative sono molto alte. Se il tempo ci lascerà in pace può essere una grande annata». E’ questo il quadro che fa della vendemmia in corso Carlo Dalmonte, presidente del consorzio Caviro di Faenza (i cui dati 2015 parlano di 300 milioni di euro di fatturato, 12mila viticoltori coinvolti, 34 soci di cui 31 cantine cooperative che raggruppano viticoltori su una superficie di oltre 33mila ettari e che producono circa 6 milioni di quintali di uva) e vice presidente del settore vino dell’Alleanza delle cooperative italiane.
Finora com’è stato il 2016 di Caviro?
«Ci eravamo dati degli obiettivi di concentrarci sulla valorizzazione dei conferimenti e crescere all’estero. Ad oggi sono soddisfatto. Abbiamo una crescita dell’export a due cifre, sia per quanto riguarda i volumi che per quanto riguarda i valori. Stiamo vendendo bene il nostro vino, specie all’estero e siamo certi che riusciremo a crescere nella remunerazione. Dobbiamo essere attenti a difendere quote di mercato: Caviro non può limitarsi a exploit importanti, ma deve puntare a un trend di crescita costante».
Le aree più interessanti?
«Siamo cresciuti molto nel Regno Unito dove stiamo battendo il nostro record. Per il futuro c’è l’incognita Brexit, ma per ora le cose vanno molto bene. Un altro mercato dove stiamo aumentando le vendite in maniera più che soddisfacente è la Germania e anche in Russia siamo tornati ad avere performance molto buone».
I prossimi obiettivi per l’estero?
«Oggi ha un incidenza pari al 30% circa del fatturato: l’obiettivo è raggiungere il 40% in pochi anni. Su quali mercati ci focalizzeremo? Sia negli Stati Uniti che in Cina abbiamo ampi margini di migliormento».
Da qualche anno chiedete ai vostri soci vitigni più internazionali. Perché e quali risposte avete?
«Pensiamo che chi produce deve seguire la domanda del mercato, considerando prudenzialmente che un impianto dura mediamente una ventina d’anni, ma mostrando allo stesso tempo una buona flessibilità. La diversificazione dell’offerta è importante: per questo è importante avere anche Chardonnay e altri vitigni internazionali. In questo contesto stiamo lanciando il progetto Pinot Grigio Igp Rubicone».
Di che si tratta?
«Premesso che vendiamo già molti ettolitri (tra i 60 e i 70mila) di Pinot Grigio proveniente da altri territori e che il disciplinare è di pochi mesi fa, abbiamo lanciato questo progetto per chi ha esigenza di diversificare per aumentare il reddito. Siamo appena partiti ed è un progetto di filiera che coinvolge Caviro, le cantine sociali e i produttori associati. Noi ci impegniamo a garantire un prezzo minimo e, con tre anni di tempo, abbiamo come obiettivo di raggiungere indicativamente 200 ettari, 30mila ettolitri e 4 milioni di bottiglie. E’ un prodotto nuovo per la Romagna, difficile da coltivare, ma che ci permette di misurarci con gli altri produttori sullo stesso terreno. Considerando che è uno dei vini più venduti nel mondo, è una bella sfida che ci piace affrontare».
Cosa vi aspettate dal mercato italiano?
«L’obiettivo è tenere la posizione di leadership che abbiamo attualmente. In Romagna il potenziale dei nostri vitigni non cala, ma può addirittura aumentare grazie ai nuovi impianti. C’è un fortissimo rinnovamento e tanto entusiasmo».
La presidente di Cevico, Ruenza Santandrea, sostiene che la Romagna debba fare maggiormente squadra. Cosa ne pensa?
«Sono d’accordo e penso che noi abbiamo dimostrato di pensarla così. Ci sono azioni che si possono fare anche a breve termine, come - ad esempio - sulle denominazioni romagnole».
Caviro non è solo vino. Come vanno le altre attività?
«Per quanto riguarda l’alcool e l’acido tartarico, che sono due commodity ed in quanto tali hanno un valore stabilito sul mercato globale, abbiamo un andamento di calo da due anni: manteniamo i volumi, ma assistiamo a una contrazione dei fatturati e quindi dei margini. Il settore farmaceutico invece sta andando molto bene e stiamo ragionando su come ampliarlo».
Tra le celebrazioni del 50° di Caviro avete recentemente incontrato la base sociale a Bagnacavallo.
«Era un incontro rivolto alla base sociale romagnola nel quale abbiamo presentato le cantine e il loro andamento. E’ stato un momento importante».

Christian Fossi
 
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