Daniele Silvestri protagonista al Mei sabato 24
«Gli Acrobati, oggi, sono potenzialmente tutti. La vita occidentale impone acrobazie, bisogna camminare lungo una strada di cui non si vede la fine. E’ una società che non vede il lungo periodo e riesce a parlarti al massimo di quello che succederà fra un anno». Parlando del suo ultimo, fortunato album «Acrobati», in qualche modo Daniele Silvestri racconta del Mei, una manifestazione che evolve di anno in anno seguendo le isteriche mutazioni del mondo musicale, con poi si riflette su quello culturale e quello giovanel del Belpaese e non solo. Il cantautore romano, che sabato 24 suonerà gratuitamente in piazza del Popolo a Faenza come culmine della Notte Bianca del Mei, è legato alla manifestazione faentina dove ancora molti lo ricordano, in fiera in una delle prime edizioni, impegnato al banchetto della sua Panama records come un espositore qualsiasi. Scelto da Giordano Sangiorgi come artista più rappresentativo del percorso ventennale del Mei, Silvestri in qualche modo celebra anche il ventennale della sua carriera.
«E’ un bilancio estremamente positivo, e lo sarebbe anche senza l’imprevedibile primo posto in classifica di “Acrobati” – dice Silvestri -. Certo, così è ancora più bello, anche perché arriva con un disco non esattamente “facile”, fatto di canzoni che impongono un ascolto ripetuto e attento. Ma più di tutto sono felice di poter continuare a fare, dopo più di vent’anni, quello che considero il più bel mestiere al mondo».
Un disco che, tra le righe, racconta anche l’attualità senza farlo in modo smaccato. «In passato sono stato più esplicito – conferma Silvestri -, l’ho fatto con senso del dovere e tanta passione. Questa volta ho cercato di evitarlo, perché la realtà non è poi così cambiata rispetto ad alcuni anni fa e ho un'età in cui mi sento meno predisposto a raccontare il presente. In “Acrobati” c’è più poesia che politica, ho provato ad allargare lo sguardo raccontando storie per portare l'ascoltatore quanto più possibile altrove».