Una passeggiata in bicicletta per scoprire Ravenna, Città d'acque per la rassegna «Rigenerazione»
Elena Nencini
«Ravenna città d'acque «Rigenerazione urbana: pensiero dispositivo di energia» è il primo OFF del 2016, la serata organizzata da Trail Romagna si terrà giovedì 29 settembre alle 17.30 presso Le Cantine di Palazzo Rava, con il supporto del nostro settimanale Setteserequi.
Un appuntamento diverso al solito, meno teorico e più sportivo, per andare a scoprire in bicicletta la Città d’acqua: dopo la presentazione dell'itinerario alle Cantine di Palazzo Rava si partirà per la passeggiata sulle via d'acqua nella stratificazione urbana della città accompagnati da Pietro Barberini e Massimiliano Casavecchia, il percorso si concluderà presso Le Cantine di Palazzo Rava con un piatto di spaghetti all'amatriciana per raccogliere fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto, è prevista una quota di partecipazione che comprende il percorso e la donazione. Il progetto è dell'Associazione culturale CHUB cantine hub - dispositivo di reti culturali, a cura del comitato scientifico.
L'architetto Massimiliano Casavecchia racconta i percorso della biciclettata: «Mettiamo insieme territorio e architettura. La città d'acque sarà un percorso all'interno della città alla scoperta dei luoghi legati appunto all'acqua. Si parte da Porta Serrata dove c’era un territorio che confinava con l'acqua all'epoca di Teodorico. Poi andremo a cercare i segni accanto alle mura rientrando da porta Adriana lungo uno dei due argini del Flumisellum che incontrava il corso del Padenna davanti a mercato coperto. Una sosta evocativa a via Cavour del ponte di Augusto e davanti alla Madonna del pozzo in uno dei negozi. Poi direzione borgo San Rocco nella zona che era dei mulini, dove l'acqua era legata al lavoro, ai lavatoi, agli usi domestici. Infine seguiremo il fiume Ronco fino all'ex macello per un percorso totale di 5 chilometri, ricco di evocazione e immaginazione».
Quanto è importante l'acqua nella creazione e nell'urbanistica di una città?
«Da lì nascono le città, dall'acqua, è un'importanza fondamentale. Gli elementi fondamentali di una città sono terra e acqua».
Cosa si potrebbe fare per valorizzare la darsena di città?
«Nei piani dell'amministrazione la darsena era già al centro di discussione fina dal 1993, sarebbe un'occasione straordinaria per Ravenna. È l’unica opportunità di entrare in questo dibattito sul riuso, il Candiano rappresenta un caso veramente raro di porto con il suo braccio che entra in città. Ma ci sono dei problemi legati all'urbanistica e all'inquinamento. Intanto il problema del frazionamento della proprietà immobiliare. Ci sono tanti proprietari che fanno fatica ad aggregarsi in un progetto unico. Bisognerebbe quindi pensare ad un progetto che non preveda grandi aggregazioni. L'inquinamento dell'acqua è un problema economico, ma affrontabile. Mentre l'idea che sulla carta quello dovrebbe essere un quartiere da 8-10mila abitanti, cioè più o meno quanti ne ha il centro, è un altro discorso. L'acqua deve essere recuperata come bevibile, come navigabile. Pensando anche a quel ponte scellerato che non si apre mai e rappresenta un'occasione mancata: sarebbe stata meglio una soluzione come quella di Venezia, dove i vaporetti possono passare sotto il ponte senza che lo si debba alzare».
Cos’altro manca alla Darsena e a Ravenna?
«I collegamenti. Per riempiere di abitanti quel quartiere la gente deve arrivarci, adesso ha circa 2000 abitanti e per convincere quacuno a venirci ad abitare bisognerebbe pensare a quel famoso collegamento rapido con Bologna e a quello lungo la costa con Rimini per fare in modo che la gente possa scegliere Ravenna come città della qualità».
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