Matteo e Giulia, coppia perfetta, ma per lui era solo apparenza
In città Matteo Cagnoni e Giulia Ballestri erano molto conosciuti. Matteo aveva fama di dermatologo esperto, figlio di un noto luminare fiorentino, e aveva un ambulatorio in centro a Ravenna, in via Carlo Cattaneo. Uno studio piccolo e curato, da cui passavano donne e uomini in vista della città, e non solo, alcuni dei quali per ricorrere al classico «ritocchino». Si era guadagnato la stima di molti specializzandosi in ambito estetico e in tanti si rivolgevano a lui per questo tipo di consigli. Amante del bel mondo, gli piaceva frequentare persone dello spettacolo. Era stato spesso ospite in trasmissioni Rai, aveva anche una rubrica tutta sua, e gli piaceva approfondire il legame tra la pelle e il corpo. E’ stato uno dei primi ad esprimere il concetto di «tanoressia», l’ossessione per l’abbronzatura, e ha allargato i suoi interessi spaziando anche nell’ambito della scrittura. Alcuni personaggi sono anche venuti a Ravenna per presentare i suoi progetti. Tra questi Rocco Papaleo, che venne in una gremitissima sala D’Attore nell’aprile del 2012 per parlare del libro «Se la pelle parlasse», scritto dallo stesso Matteo. Sempre nel 2012 arrivò anche l’assoluzione per l’indagine che lo vedeva coinvolto, insieme ad altre 29 persone, in un presunto caso di corruzione che riguardava elargizioni di denaro e donazioni da parte di case farmaceutiche per la sperimentazione di un farmaco contro la psoriasi.In uno degli ultimi progetti, il medico aveva invece approfondito la sicurezza alimentare con un lavoro che, oltre al libro, prevedeva uno spettacolo teatrale che portò anche al teatro Socjale di Piangipane. E il ricavato, quella sera, volle darlo a Linea Rosa. La sua vita era completata dalla presenza dei figli, di cui parlava spesso, e da quella della moglie, con cui dava l’idea di creare la famiglia perfetta. Giulia Ballestri doveva compiere quarant’anni; era la mamma amorevole e paziente dei tre bambini di sei, otto e undici anni, per i quali aveva messo la laurea nel cassetto accettando di fare la mamma a tempo pieno. In centro la si incontrava spesso, una ragazza sempre impeccabile e sempre discreta, con grandi occhi blu e lunghi capelli scuri. Una ragazza bellissima e semplice, sorridente e sicura. Sempre gentile. Lo stesso sguardo del fratello Guido, di pochi anni più piccolo, il primo a dare l’allarme per la scomparsa della sorella. A chi li ha conosciuti, lei è sempre sembrata la parte forte di Matteo. Sempre un passo indietro, rimaneva a lato del marito ed era presente ad ogni iniziativa. Pare che sia stata proprio l’idea di perderla ad avere spinto il medico a toglierle la vita. Le poche foto la ritraggono al suo fianco nelle cene ufficiali e negli incontri, sempre sorridente, calma. Una calma che forse, dietro a quelle apparenze di uomo pacato, non apparteneva al marito, descritto come un uomo violento. Entrambi alle spalle avevano quelle che si definiscono famiglie «perbene», solide. Medici da un lato, imprenditori dall’altro: mamme e papà che ora si trovano a dover gestire tre bambini piccoli rimasti, anche loro, senza punti di riferimento.