L'agenda d'autunno del sindaco Malpezzi: "Niballo, il tempo stringe; sanità, l'ospedale non rischia tagli"
«E’ necessario trovare in breve tempo unità d’intenti coi Rioni sulla Fondazione per gestire il Palio. Il Comune per il 2017 è in difficoltà, le risorse economiche non caleranno, ma le nuove norme di diritto pubblico ci frenano sull’organizzazione. Sulla sanità, unico polo ospedaliero Faenza-Lugo, così abbiamo una dimensione più adeguata e non perderemo servizi. Lo scalo merci rimane prioritario, ma i tempi saranno lunghi».
Molto soddisfatto per il successo di Argillà nell’ultimo week-end, il sindaco Giovanni Malpezzi guarda all’autunno con un’agenda fitta di partite importanti, a partire dalla nuova gestione del Palio, dalla sanità e dall’economia, che vede un tessuto d’imprese ancora sofferente dopo gli anni di crisi pesante passati.
Sindaco Malpezzi, si aspettava un simile successo per Argillà? E’ impensabile proporla annualmente?
«Argillà si è ormai affermata come evento di primo piano nel panorama nazionale e internazionale, non si tratta semplicemente di una fiera-mercato, ma è molto di più con la serie di eventi realizzati nel week-end scorso. I riscontri sono assolutamente positivi, un valore aggiunto è stato dato quest’anno dalla gestione organizzativa in capo al Mic. La città ha accolto bene decine di migliaia di turisti. La cadenza biennale è quella giusta, sia per la sostenibilità economica, che per quella organizzativa».
In autunno dovrà essere risolto il nodo di chi organizzerà il Palio del Niballo 2017. Il Comune è in difficoltà. Cosa chiede ai Rioni?
«Saltare il Palio nel 2017 non è neanche pensabile, ma i tempi stringono. L’attuale modello organizzativo del Palio non può durare, dobbiamo mettere al centro i Rioni, rendendoli protagonisti dell’organizzazione e gestione dell’evento. Il Comune non taglierà le risorse economiche che ha investito in questi anni, da questo punto di vista non ci sarà nessun disimpegno. Dobbiamo però sbrigarci, il Comune è in difficoltà organizzativa, anche a causa delle nuove normative di diritto pubblico; inoltre, molte funzioni sono passate e stanno passando all’Unione, per questo i Rioni devono trovare un punto d’accordo perché una Fondazione, o comunque un soggetto esterno, gestisca l’organizzazione del Palio».
Turismo, Faenza e Imola insieme sono una novità assoluta. Cosa si aspetta da IF?
«Ci aspettiamo molto da IF, la scelta strategica di allearsi con Imola penso che ripagherà a medio termine. Siamo due territori complementari, in più l’apporto di ConAmi sarà determinante, avremo una maggior capacità di spinta».
Lo scalo merci resta nell’agenda della giunta o no?
«Rimane un progetto prioritario per la nostra giunta. Permangono però delle situazioni da chiarire, la messa in liquidazione della Ctf ha frenato il percorso. I prossimi due mesi saranno determinanti per rilanciare tutto il progetto. Noi rimaniamo molto fiduciosi».
Economia, Faenza è ancora attrattiva per le imprese? Non sembra proprio…
«La città mantiene in pieno la sua attrattività, il polo scientifico-tecnologico rappresenta una grande opportunità. Nella Conferenza economica del 2016 abbiamo ribadito che il Comune farà sempre la sua parte, mettendo risorse e infrastrutture. Ad esempio, stiamo definendo con Associazioni di categoria e parti sociali un bando con incentivi per le imprese per circa 100-200mila euro».
Sulla sanità invece Faenza va sempre più a braccetto con Lugo per evitare tagli drammatici?
«Abbiamo presentato un documento congiunto fra i due distretti all’Ausl Romagna, in maniera tale da mantenere una dimensione rilevante in ambito romagnolo ed evitare la chiusura di specialità sanitarie, in applicazione del decreto Balduzzi. Faenza manterrà il proprio presidio ospedaliero, su questo i cittadini possono stare tranquilli. Per determinate specialità più complesse saranno possibili sinergie e collaborazioni con gli altri ospedali della rete romagnola, a partire da Ravenna e Forlì».
Il punto nascita rimane il servizio più a rischio?
«Sul punto nascita purtroppo si sono sommate diverse questioni: recentemente l’Azienda, senza preavvisare, ha disposto che i parti cesari programmati vengano spostati sui presidi di 2° livello. Questo abbasserà la nostra quota annuale di nascite, che nel 2015 è stata di 710 unità. E’ elevato il rischio di scendere a breve sotto la soglia minima di 500 fissata dal ministero per mantenere il servizio. Stiamo intervenendo sulla Regione, per avere rassicurazioni sulla permanenza del punto nascita, attivando le previste deroghe».
Dopo via Corbari, ora è il momento del centro sociale Il Borgo. Sui Rom non si riesce a trovare un punto di equilibrio, nonostante tutti gli sforzi effettuati dal Comune…
«Purtroppo sistemiamo una situazione e poco dopo se ne apre un’altra. Parliamo di circa 30-31 persone in tutto, il Comune ha sempre cercato di stemperare le situazioni critiche, avvalendosi anche della collaborazione della Fondazione Romanì. I fatti hanno dimostrato che la repressione (cioè fare sanzioni) non serve a nulla, nei confronti di persone che non hanno nulla da perdere. Abbiamo intrapreso percorsi socialmente utili, chiedendo in cambio l’impegno al lavoro e all’istruzione dei figli, ma non sempre abbiamo ottenuto risultati apprezzabili. Ora stiamo intervenendo sulle criticità in zona Borgo».
L’Unione Romagna faentina ha fatto altri passi avanti? Il sindaco di Ravenna De Pascale sostiene che lo strumento è burocratico e anche un po’ superato…
«Noi andiamo avanti con piena convinzione: l’Unione sta permettendo soprattutto ai piccoli Comuni di mantenere servizi che altrimenti sarebbero impossibili. Posso confermare che dal 1° gennaio 2017, passeranno in Unione i servizi demografici e verrà attivata la Polizia municipale unificata». (Manuel Poletti)