Room escape a Savio nel nome della tradizione
La porta che si chiude alle spalle, le lancette che iniziano a camminare scandendo l'ora di tempo a disposizione per risolvere enigmi che permettano di uscire dalla stanza. Sono questi i contenuti della cosiddetta «room escape» inaugurata a giugno da Valentina Valentini - che da sette anni gestisce con la famiglia l'agriturismo 'la casina' a Savio - e dal marito Simone Cola. Il progetto rientra in un circuito avviato da Valerio Bamberga e Michele Gelli di 'Rimini escape' a cui la coppia ha chiesto consulenza per creare ambientazioni ed effetti a sorpresa. Il tutto è stato poi «condito» in salsa locale con elementi della tradizione, anche gastronomica, di cui Valentini e marito sono esperti. «Oltre all'azienda agricola e all'agriturismo - spiega Valentini - siamo appassionati di questo genere di attività e quando si è liberato uno spazio sotto casa abbiamo pensato di collegare La Casina e creare la 'room escape'». Trovandosi nell'area del Delta del Po, la coppia ha quindi deciso di individuare il tema degli scariolanti, collegando un progetto moderno alle tradizioni che riecheggiano nelle stanze dell'agriturismo, dove si incontra tutta l'oggettistica della Romagna di un tempo. «La peculiarità di questa 'room' - spiega la moglie - è data anche dalla possibilità di concedersi una merenda o una cena in agriturismo al termine dei sessanta minuti». Il gioco è aperto a squadre che vanno da due a sei giocatori; le regole sono semplici e ci si affida alla logica. «Abbiamo studiato una trama che riporta al 1890, alla Ravenna paludosa che necessitava di bonifica. Sulla base di questa storia i giocatori, armati di mattarelli, dovranno risolvere misteri e indovinelli». Per tutto il tempo chi è dentro la stanza viene sorvegliato da una regia esterna, che interagisce con il gruppo fornendo indizi preziosi. «Alcuni colleghi ci avevano detto che, d'estate, questo tipo di attività non viene molto richiesta, invece devo dire che le domande sono state tante e abbiamo raddoppiato le presenze. Per il nostro agriturismo è stato un valore aggiunto». Nel corso dei mesi i giocatori sono stati tanti e diversi: c'è chi è uscito in 43 minuti e chi, invece, è rimasto dentro fino allo scadere del sessantesimo; chi ha avuto paura di avvicinarsi agli oggetti che chi invece ha staccato tutti i nastri gialli e neri messi appositamente per non invadere zone riservate alla manutenzione. «Alla fine chiediamo a tutti di darsi un nome e di fare una foto di gruppo. E nella maggior parte dei casi il gioco si conclude con una merenda o una cena a base di salumi di mora romagnola».