Terremoto, partono 25 volontari della Protezione civile verso Montegallo

Ravenna | 02 Settembre 2016 Cronaca
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Saranno 25, sabato 3 settembre, i volontari della Protezione civile che partiranno in direzione Montegallo, in provincia di Ascoli Piceno, per prestare il proprio aiuto nel campo dell’Emilia-Romagna. Il gruppo sarà di ritorno il 10 e sarà composto da volontari provenienti dalle 21 associazioni presenti sul territorio della provincia. A questi, e ai vigili del Fuoco già inviati dal comando di Ravenna, si aggiungono purtroppo i tanti che hanno deciso di fare di testa propria dirigendosi sul luogo del terremoto in assoluta autonomia. «Queste persone - spiega Flavia Sansoni, segretario generale del Mistral di Ravenna - una volta sul posto ci chiamano per chiederci cosa fare. E’ del tutto evidente che non ci si può improvvisare volontari in un giorno, e che un aiuto di questo tipo è del tutto inutile». A spiegare invece le attività in cui saranno impegnati i volontari in partenza è il coordinatore della protezione civile provinciale, Mario Mezzogori, che spiega: «Il gruppo si occuperà di logistica del campo, di mantenimento, della cucina e della segreteria. Tra loro c’è chi si è già trovato nelle zone terremotate dell’Emilia e delle Marche, e ha quindi già esperienza di situazioni simili. Una volta sul posto, comunque, si vedrà di cosa c’è bisogno». Come più volte sottolineato dai media nazionali, al momento è stato interrotto l’invio di merce e prodotti, ma questo non spaventa gli addetti ai lavori, che continuano ad effettuare la raccolta in previsione dei prossimi mesi. «Sarà un’emergenza lunga - spiega Sansoni - e quando si spegneranno i riflettori, in molti si dimenticheranno. Per questo occorre tenere il cuore caldo». E al centro operativo di via Romea Nord 270 - che coinvolge una trentina di volontari - continua ad arrivare materiale di ogni genere, tra cui alimenti per celiaci e intolleranti al latte «segno - osserva la responsabile - di una ulteriore dimostrazione di interesse e di attenzione mirata. Sempre in accordo con il dipartimento nazionale - prosegue - provvederemo a consegnare la merce nei magazzini che ci verranno indicati». Anche in questo caso i ravennati si sono dimostrati molto generosi: «Al momento abbiamo raccolto oltre 50 quintali di materiale di ogni genere». La generosità, però, in alcuni casi è andata oltre e in diversi, come già accennato, hanno deciso di partire per andare ad aiutare di persona. «Purtroppo in molti ignorano le disposizioni e partono in autonomia, salvo poi telefonarci da là e chiederci cosa fare. Ma non ci si inventa volontari in un giorno». E non c’è dubbio, vista la forte adesione, che questa emergenza abbia smosso tanti. «Io credo che ogni emergenza vada presa a sé e, anche se sembrano tutte uguali, sono viziate dal momento storico che si sta vivendo. L’emergenza dell’Emilia venne coordinata molto bene, le tende sono durate poco e per questo è stata un valido modello di intervento, anche se si può sempre migliorare». Forte dell’esperienza maturata sul campo, in trent’anni di volontariato, Sansoni conclude: «Noi soci fondatori abbiamo iniziato con la guerra in Bosnia, siamo forti di una lunga esperienza che ci porta ad avere un’attenzione in più. Per questo invitiamo a raccogliere in sinergia con la Protezione civile. Tutte le donazioni sono importanti, dalle piccole alle grandi, come quelle di alcune aziende del territorio che hanno dato un grande contributo». Ricordando che contributi in denaro possono essere versati negli Iban di dipartimento o in quello della Regione, Sansoni sottolinea: «Se anche ora gli invii sono sospesi, non preoccupiamoci: noi abbiamo continuato a mandare prodotti in Emilia anche quando nessuno ne parlava più».
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