Ortofrutta, un buon inizio di campagna

10 Luglio 2016 Economia
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La cautela è d’obbligo quando si parla di mercati e prezzi in correlazione all’agricoltura e alla produzione ortofrutticola. Ciò che si può sicuramente dire è che i primi segnali, per quanto riguarda l’ortofrutta in provincia di Ravenna, sono abbastanza positivi e fanno ben sperare per il prosieguo della campagna 2016. Il condizionale è d’obbligo, la storia ci insegna che nelle ultime stagioni l’ortofrutta non ha brillato, in particolare sotto il profilo della remunerazione ai produttori, e in particolare per pesche e nettarine, la coltura che ha più subito almeno nell’ultimi 10-15 anni la volatilità dei mercati, gli eccessi di produzione e lo strapotere della grande distribuzione nei confronti delle organizzazioni dei produttori. «Le premesse sono buone - sottolinea Massimiliano Pederzoli, presidente di Coldiretti Ravenna - il prodotto è buono e il clima, al momento nel breve periodo, dovrebbe garantire sole e caldo. Questo sarà fondamentale per un prosieguo buono della campagna. A livello quantitativo, c’è un calo dell’offerta, per cui se la domanda tira, sicuramente gli agricoltori potranno avere qualche soddisfazione. Non ci devono poi essere speculazioni, in particolare dalla Gdo. Come Coldiretti vigileremo su questo fronte».
In provincia di Ravenna, nonostante anni di difficoltà seguiti poi da riduzioni di superfici, mantengono la leadership per ettari e produzione proprio le nettarine e le pesche. Le prime, secondo i dati della Camera di Commercio ravennate, contano oltre 9mila ettari e una produzione attestata su 1,5 milioni di quintali, mentre per le secondo gli ettari si fermano a oltre 4.200, con una produzione di oltre 760mila quintali. Seguono le susine, con poco più di 1.400 ettari di superficie e una produzione di circa 176mila quintali, mentre, sempre fra le colture estive, troviamo poco più indietro le albicocche, con 1.235 ettari e una produzione attestatasi sui 136mila quintali. Per il 2016 la produzione ortofrutticola estiva dovrebbe registrare un calo, a causa delle difficoltà climatiche, che hanno preceduto la campagna, della stagione non particolarmente fredda d’inverno e delle piogge di maggio e giugno. «E’ ancora molto presto per fare valutazioni - sottolinea il presidente di Cia, Danilo Misirocchi - i cali di produzione dovrebbero interessare sia le albicocche che le pesche e nettarine. Questo sta portando sicuramente quotazioni maggiori sui mercati, che speriamo siano confermate durante il prosieguo della campagna. C’è un gran bisogno di recuperare margini e redditività, in particolare per le pesche e nettarine. Le albicocche, da questo punto di vista, hanno mantenuto negli anni buoni livelli di prezzo».
Ancora poche indicazioni invece sulle susine, che si apprestano a iniziare anch’esse la campagna. «Dobbiamo sperare in un tempo buono e caldo - continua Misirocchi - solo così possono crescere i consumi di frutta. Detto questo, il fatto che i mercati, al momento, non stiano risentendo della sovrapposizione dell’offerta, in particolare con il prodotto spagnolo e quello del Meridione, mi rendono fiducioso per le quotazioni. Solitamente, quando inizia la pressione con più produzioni, i prezzi tendono a calare, mentre invece sembra che le quotazioni siano abbastanza stabili e soddisfacenti». 
Problemi strutturali comunque ne rimangono ancora. «Certamente l’embargo russo è il problema principale, l’agricoltura e l’agroalimentare stanno pagando un prezzo decisamente alto per la chiusura di quello sbocco di mercato. E’ necessario trovare una soluzione al più presto».
Senza dimenticare poi la Brexit. «Esportiamo frutta anche in Gran Bretagna, tradizionalmente un mercato importante e anche remunerativo - conclude Misirocchi - vedremo quando e come si concretizzerà l’uscita dall’Unione Europea».

Lorenzo Pelliconi
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