Famoso, vitigno in crescita in bolla
Una Romagna enologica che punta sempre di più sul bianco. Sia fermo che frizzante. Dopo l’Albana, simbolo storico dell’enologia di questa terra, il territorio del Passatore cerca di permeare il mercato e i palati degli appassionati con un altro alfiere bianco. Si tratta di un vino autoctono realizzato dalle uve Famoso, che nella Bassa Romagna prende il nome di Rambèla. Un vitigno e un vino autoctono. Conosciuto ed apprezzato soprattutto per la sua personalità aromatica e seducente. Se nella declinazione fermo richiama i vini tipici del nord Italia come Müller Thurgau, Moscato e Traminer, nella sua versione spumantizzata non mancano affinità enologiche simili a quelle del Prosecco e del Pignoletto.
Attualmente il vitigno viene coltivato in una decina di aziende sparse nelle zone di Forlì, Bertinoro, Faenza, Brisighella e Bagnacavallo. Proprio in quest’ultima realtà, grazie al lavoro del Consorzio, il Famoso Rambèla sta riscuotendo interesse da parte delle aziende produttrici. «Partiti quattro anni fa con 3mila bottiglie ed un’azienda - spiega l’enologo del Consorzio, Sergio Ragazzini - arriviamo oggi ad una produzione di circa 60mila bottiglie in sette diverse cantine. Le potenzialità future ci portano a pensare che la soglia delle 100mila bottiglie, tra fermo e spumante, non sarà poi così lontana. I lavoro di conoscenza e promozione non è facile, ma grazie anche e soprattutto alla scelta di spumantizzare questo vino (Brut, Demi sec e Extra dry) qualche possibilità di fare breccia la possiamo avere. Inoltre - conclude Ragazzini - ci sono tre cantine che da tre anni hanno deciso di fare anche la versione passito».
Il «Famoso Rambèla» è un vino spiccatamente aromatico. Elegante e ben presente nel bicchiere. Le note prevaricanti spaziano dai fiori alla frutta matura ed essiccata, passando attraverso nitidi sentori di frutta candita ma anche di agrumi gentili (pompelmo) ed erbe aromatiche tra cui si avverte la lavanda. Aspetti esotici e speziati che esplodono poi nella versione passita. Il vino ha una tonalità giallo chiaro. L’intensità è tra il medio e l’alto. Non mancano i riflessi in tono al massimo verdognoli. Quando degustato, il Rambèla si presenta con un’acidità media ed equilibrata, con morbidezza e struttura. Questo vino si sposa bene con i piatti della tradizione romagnola e soprattutto con il pesce azzurro. Nella sua versione frizzante ottima è la sua capacità di preparare il palato al cibo diventando un’alternativa, più che efficace, al Prosecco. Il costo, al dettaglio, non supera i 9 -10 euro a bottiglia.
Riccardo Isola
Il «Bianco delle Volture» al top
Per promuovere in maniera mirata il vino Rambèla, il consorzio «Il Bagnacavallo» ha organizzato il concorso «A che punto siamo?». Una disfida in calice tra produttori sulla falsariga di quello che avviene per il cugino Bursôn. Le sette cantine hanno messo i loro vini al giudizio di una giuria tecnica e del pubblico. La prima edizione di questo concorso, dedicato alla categoria dei fermi, ha visto trionfare il «Bianco delle Volture» dell’azienda agricola Fiorentini di Castrocaro. Al secondo posto si è piazzato il Rambela della tenuta Uccellina di Russi mentre al terzo posto si è piazzato il Rambela di Daniele Longanesi di Bagnacavallo. (r.iso.)