Casa Spadoni da domani anche a pranzo. Dall'autunno il Circolo degli Artisti

Dopo eventi privati e catering importanti come il Minardi Day, questa settimana ha aperto a cena e dalla prossima settimana anche pranzo il ristorante Casa Spadoni di Faenza (dal martedì alla domenica a pranzo e a cena, in questa fase è consigliata la prenotazione allo 0546/697711). Poi, dall’autunno il Circolo degli Artisti, un pezzo di storia faentina, tornerà a splendere grazie alla volontà di Leonardo Spadoni, l’istrionico imprenditore che si è gettato in quest’avventura. «Ci sono cose che si hanno dalla nascita - scherza il titolare -, per me è la passione per l’arte e per la musica classica e jazz. La prima mostra che faremo sarà su Domenico Baccarini, di cui sono grande estimatore e collezionista».
Dunque, dopo anni di attesa (un po’ di più rispetto a quelli immaginati all’inizio a causa di lungaggini burocratiche), il ristorante che sorge in via Granarolo ha iniziato la sua attività anche se alcuni lavori sono ancora in corso: va finita la piscina, il giardino esterno con pista da ballo, le dodici camere saranno aperte ad agosto, ecc. La struttura (tutta da scoprire: vale un giro solo il locale) completamente ristrutturata potrà contare a regime su 700 coperti (per dare l’idea ci sono 7.000 posate e 6.000 bicchieri, 35 persone che ci lavorano). «Da sempre avevo due idee - spiega Spadoni -: una fattoria e l’ho realizzata a Zattaglia e un locale che fosse un ambiente conviviale dove fosse possibile passare del tempo in maniera piacevole, stimolante per il palato e anche per il cervello senza essere pesante, conoscere persone nuove: insomma entrare magari in due ed uscire in gruppo».
La formula è quella degli altri due ristoranti (a Ravenna e Bologna «ma abbiamo in mente un altro paio di aperture»): prodotti di qualità del territorio con un controllo quasi totale della filiera. Ovviamente le farine sono quelle del Molino Spadoni, con una rintracciabilità di provenienza pressoché totale e qualità riconosciuta; stesso discorso vale per la carne di mora romagnola, i salumi, i formaggi e, entro l’anno, anche la birra: «Abbiamo acquisito uno stabilimento a Reda, acquistato le macchine ed entro l’anno entrerà in funzione - anticipa l’imprenditore -. Stesso discorso vale per il vino: molte cantine locali e a breve anche la nostra produzione della fattoria di Zattaglia».
La regia è una garanzia: lo chef forlivese Marco Cavallucci, per 26 anni consecutivi due stelle Michelin, che collabora da quasi due anni con Casa Spadoni. La formula è tanto semplice quanto intelligente: materia prima di qualità sulla quale non si bada a spese, preparazioni artigianali (5 ragù, le vellutate, ecc.) perlopiù nel laboratorio di Fognano (Pontenono per l’esattezza), pasta fatta dalle sfogline a vista e quindi qualità identica nei tre ristoranti. I pezzi forti saranno la griglia (fatta artigianalmente) e la pasta fresca, ma si potrà mangiare anche con piadina e pizza al tegamino con lievito madre. «L’autoproduzione, la diversità dell’offerta e l’organizzazione ci permettono di offrire, dalla colazione al dopo cena, una buona qualità a prezzi equilibrati - sottolinea Spadoni -: vuole essere un locale per tutti, a frequenza abituale, inclusivo e non esclusivo».
«Anche per uno chef è una sfida ambiziosa e complessa, ma è anche molto stimolante - conclude Marco Cavallucci -. La griglia la farà da padrone, insieme ai primi della tradizione. Rivisiteremo alcuni piatti in chiave moderna e ci sarà spazio anche per altri tipi di cucina in eventi mirati».
Christian Fossi
Foto Raffaele Tassinari