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«Al nostro porto servono meno burocrazia e più fondali per tornare a essere competitivi». E’ molto soddisfatto Marco Migliorelli, presidente dell’Associazione ravennate spedizionieri internazionali (Arsi), dei risultati del convegno «Il dragaggio portuale, chiave di volta per il rilancio della logistica. Normativa di riferimento», patrocinato da Cofetra, che si è tenuto nelle scorse settimane alla Camera di Commercio di Ravenna. Quali sono le novità evidenziate dal sottosegretario al ministero dell’Ambiente, Silvia Velo?
«Il nuovo decreto interministeriale sui dragaggi è un buon progetto, grazie al fatto che può avere dei tempi di accesso rapidi avendo limitato le lungaggini burocratiche che si legavano ai continui passaggi attraverso la Conferenza Stato-Regioni. Inoltre credo sia interessante essere passati dal metodo di analisi tabellare al metodo ponderale, che permette una classificazione dei sedimenti dragati più conforme alla reale pericolosità o meno degli elementi». Il dragaggio continua ad essere il nodo centrale del porto di Ravenna?
«Sì. Si torna sempre al problema dei fondali e al rilancio della logistica che abbiamo definito chiave di volta: un termine che dà l’idea del sostegno senza il quale la struttura rischia di collassare. Ravenna è una strozzatura per l’import: il maggior pescaggio del nostro porto consentirebbe di rispondere appieno alle istanze degli importatori che vorrebbero poter sfruttare totalmente le potenzialità all’imbarco per valorizzare al meglio quella componente del prezzo finale del prodotto, rappresentata dai costi di trasformazione che tanto rilevano in termini di risultato aziendale. Infatti mentre le merci hanno valori di mercato praticamente uniformi per tutti i competitor perché derivano da mercati internazionali e quotazioni ufficiali, i costi di trasformazione variano, in base a scelte operative che appartengono alla discrezionalità di ciascun operatore. Oggi il porto di Ravenna impedisce scelte discrezionali, perché l’industria di trasformazione ed i trader internazionali sono costretti a fare i conti con pescaggi molto più modesti di quelli dei porti di partenza». Cosa si aspetta per l’approfondimento dei fondali dalla nuova amministrazione?
«Io confido si faccia. Al di là delle elezioni politiche e delle polemiche. Io vorrei un progetto pronto a partire. Lo dico per interesse egoistico perché altrimenti ci stiamo giocando il futuro. Ho visto tanti progetti negli ultimi anni, ma non ho visto la draga in azione».
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