A Piangipane Gino Paoli e Danilo Rea ritornano al Teatro Socjale

L’anno scorso piacque al punto che al Teatro Socjale di Piangipane li hanno voluti di nuovo. E come dargli torto, se parliamo di Gino Paoli e Danilo Rea? L’incontro fra il padre della canzone d’autore italiana (prima di lui praticamente solo Modugno, a meno di non scomodare Armando Gil e Rodolfo De Angelis) e il pianista jazz che negli anni ha dimostrato la più grande sensibilità nei confronti della canzone (collaborando anche con Mina, per dirne una) è un appuntamento irrinunciabile per chiunque ami la musica. Un’occasione, quella del concerto che Paoli e Rea terranno al Socjale, venerdì 12 febbraio alle 22 (porte aperte alle 21), per avvicinarsi alla magia della musica estemporanea e farsi domande proprio sulle dinamiche del processo creativo fra due partner ormai consolidati (suonano insieme dal 2007 e con una certa continuità dal 2011). Certo, il repertorio che i due portano sul palco comprenderà classici di Paoli come Averti addosso, Il cielo in una stanza e La gatta, e capolavori della «scuola genovese» come la Canzone dell’amore perduto di De André, Il nostro concerto di Bindi e Vedrai vedrai di Tenco, ma ogni volta, in realtà e in ottemperanza alla natura estemporanea propria del jazz, il concerto è diverso e la scaletta può cambiare. D’altra parte l’interpretazione, la capacità cioè di sottolineare le sfumature sempre diverse di un testo o di una melodia ad ogni esecuzione, è qualcosa di profondamente connaturato all’idea stessa di «canzone» e Paoli e Rea sono due che di interpretazione se ne intendono. (f.sav.)