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La stampa 3D di argilla o di altri materiali fluidi è oggi un tema di ricerca di interesse internazionale nel mondo dell’additive manufacturing. Polimeri e termoplastiche sono più facili da stampare in quanto solidificano a temperatura ambiente dopo il loro riscaldamento e non danno particolari problemi di collassi o crolli. Quando invece si depositano strato su strato attraverso il processo Ldm (Liquid Deposition Modeling) materiali liquidi tipo l’argilla, ci sono alcune limitazioni dovute alle geometrie, ai collassi, all’essiccatura e ai ritiri. In questo caso, il materiale estruso assume un ruolo fondamentale per ottenere risultati finali accettabili.
Focalizzandosi su questa direzione di ricerca, è nata una collaborazione tra la Wasp di Massa Lombarda (all’avanguardia nell’ideazione e produzione di stampanti 3D) e l’artista Francesco Pacelli, allo scopo di approfondire la conoscenza del processo Ldm, ampliare il numero di materiali ceramici potenzialmente estrudibili, definire le dosi corrette e i parametri di stampa per ottenere oggetti funzionali in ceramica stampati in 3D.
La collaborazione tra Wasp e Pacelli ha portato all’apertura di un nuovo laboratorio dedicato alla tecnologia Ldm per la stampa 3D della ceramica e a un rapporto di collaborazione avviato con una città storica per la ceramica come Faenza e i suoi artigiani, «in modo da costituire una continuità tra le conoscenze del passato, il presente e il futuro di questa nuova tecnica digitale».
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