Pucci, nuova linea nel 2016. Fatturato 2015 a 30 milioni, molto bene Condiriso
«Il 2015 è stata un’annata positiva, l’estate calda ci ha aiutato, soprattutto per i nostri prodotti Condiriso, che hanno registrato un +12% sul volume di mercato, per noi è stato un +25,5%. Nel 2016 rinnoveremo completamente la linea Pucci e spingeremo ancora l’export, non solo l’Europa, ma soprattutto faremo una campagna nei paesi asiatici, africani e in Arabia Saudita».
Stefano Pucci, ad dell’omonimo gruppo lughese, è soddisfatto dell’andamento del mercato per i suoi marchi. Il 2015 si chiude con un fatturato netto di circa 30 milioni di euro, di cui 8 provenienti dai mercati esteri, con la vendita di ben 8 milioni di vasetti di Condiriso. L’acquisto del marchio Berni, fa avvenuto 3 anni (primi mesi del 2013), ha portato praticamente al raddoppio del fatturato per Pucci ed alla possibilità di conquistare nuovi segmenti di mercato.
Un brand, quello di Pucci, che si è integrato molto velocemente con Berni, che in questi anni, in particolare dopo il disimpegno di Nestlé, aveva perso quote di mercato all’estero. «Berni in Italia - sottolinea Stefano Pucci - aveva copertura su tutto il territorio nazionale, mentre noi eravamo presenti con forza solo in alcune regioni. Questa integrazione ci ha aperto grandi opportunità, anche in termini di comunicazione dei prodotti».
Insieme a Berni, Condiriso, Condipasta e Carciofotto, nel febbraio 2013 fu acquisito anche il marchio Louit Freres, nato in Francia nel 1824 e celebre per senapi di alta qualità.
«Nel 2016, oltre al rinnovamento dei prodotti Pucci, ci sarà un restyling importante anche del marchio Louit Freres - sottolinea l’amministratore del gruppo -. La nostra politica è quella di lanciare una gamma completa rivisitata, vogliamo incrementare il fatturato, oggi a quota 1,5 milioni di euro».
Le origini del marchio risalgono al 1932, quando Marcello Pucci aprì un piccolo negozio in centro a Lugo; nel 1957 fu Giorgio Pucci a lanciare la produzione di conserve alimentari e a inaugurare nel 1962 il primo stabilimento produttivo. Da allora, una crescita continua ha portato la Pucci a essere oggi una delle principali aziende italiane, con una settantina di dipendenti. Per il gruppo che vanta oltre 80 anni di storia, nato dal negozio di famiglia in centro a Lugo, il percorso di crescita appare costante, come anche l’attenzione all’ambiente. «L’industria alimentare – conclude Stefano Pucci - ha un dovere etico e noi siamo sempre stati all’avanguardia, come dimostrano le tre certificazioni di qualità che abbiamo ottenuto. L’industria non è un male, è un bene, e nel nostro caso ha un animo verde tanto che ho coniato l’espressione impatto ‘sottozero’, perché utilizziamo energia prodotta da impianti fotovoltaici, i nostri impianti sono a metano, abbiamo un sistema di riciclaggio acque ed effettuiamo la raccolta differenziata dei rifiuti».
Manuel Poletti
direttore@settesere.it