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Ci sono anche due imprese del ravennate tra gli indagati nell'inchiesta della procura di Firenze per le presunte tangenti sugli appalti Anas in Toscana, inchiesta denominata 'Strade dell'oro' e partita circa 4 mesi fa. I nuovi sviluppi vedono coinvolti l'ex capo del servizio amministrativo di Anas Toscana, già agli arresti domiciliari dal settembre scorso e il titolare di una ditta della provincia di Ravenna, specializzata in opere stradali e d'ingegneria ambientale. Quest'ultimo era fra gli indagati della prima fase ed era stato già perquisito. Entrambi sono stati raggiunti ieri da un provvedimento di misura di custodia cautelare con l'accusa di corruzione. Secondo le prime informazioni, sono state denunciate, sempre ieri, altre cinque persone, che si aggiungono ai 24 indagati della fase iniziale. Uno dei nuovi indagati è il titolare di un'altra ditta del ravennate che secondo la procura di Firenze avrebbe rapporti con l'altra ditta in lavori per l'Anas: anche lui è accusato di corruzione. Indagate per favoreggiamento, invece, altre quattro persone, nuove nelle indagini, tutti dipendenti e collaboratori delle due imprese del ravennate coinvolte. Perquisizioni sono state condotte dagli investigatori dall'alba fino a tarda mattinata e sono state eseguite presso abitazioni e aziende di indagati. E' stata sequestrata documentazione cartacea e informatica, in particolare relativa ai rapporti tra indagati, ditte e Anas Toscana. Con questo sviluppo, l'inchiesta, coordinata dalla Dda di Firenze e condotta da Polstrada e sezione di pg della Procura, apre un cosiddetto 'filone ravennate' che confermerebbe - secondo l'accusa - l'attività illecita degli ex vertici di Anas Toscana, i quali, grazie a ruolo e funzione ricoperta, avrebbero assicurato ad alcune imprese l'aggiudicazione certa di lavori. Anche gli appalti su cui si indaga in questo sviluppo, sono relativi ad opere e cantieri stradali in Toscana.
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