Elena Nencini
Ma chi era Gustavo Trombetti il creatore della Camst? In realtà la sua è una storia avventurosa, partigiano, cooperatore, comunista, fu un eroe del nostro tempo. Per conoscere questo singolare personaggio Marescotti ha creato, per il 70esimo anniversario della nascita dell'azienda bolognese, lo spettacolo Chi non lavora non mangia. Vita di Gustavo Trombetti, venerdì 8 gennaio alle 21 al Teatro di Conselice, l'attore di Villanova ha tratto liberamente dal libro “Di Ferro e di Fuoco” di Loriano Macchiavelli, lo spettacolo.
Marescotti come mai ha deciso di realizzare questo spettacolo?
«Trombetti è un misconosciuto, avrebbe il diritto di essere ricordato perché è un personaggio storico: fu il compagno di Antonio Gramsci in cella dove lo sostenne durante la malattia. Ha il merito di aver escogitato il sistema per far uscire i “Quaderni del carcere”. Dopo la lotta antifascista, dove fu un eroe della Resistenza, comandante tra Ravenna e Ferrara, fu tra i fondatori della Camst, cooperativa tra le più autentiche e sincere del nostro paese. La cooperativa è stata l'attuazione pratica del suo pensiero: 'da ognuno secondo le sue possibilità, ad ognuno secondo i suoi bisogni' e, naturalmente: 'chi non lavora non mangia'».
Chi era Trombetti secondo lei?
«È stato fondamentalmente un comunista: è nato con il partito comunista perché si è iscritto a 16 anni al Pci, poi è morto nel 1991 quando dopo il convegno di Rimini il Pci fu considerato defunto. Torna dal convegno e muore. Trombetti esprime gli anni del Pci facendo nascere le cooperative le cui origini sono molto diverse da quelle di oggi. La sua è una storia fatta di lavoro ma anche di solidarietà, di espansione economica ma anche di rete mutualistica».
Quali furono le innovazioni di Trombetti?
«Le novità furono i cestini da viaggio serviti ai viaggiatori della stazione di Bologna, i pasti preconfezionati per le aziende con la concezione di creare uno sviluppo sociale. Trombetti ha rappresentato il cosiddetto Secolo breve dalla prima guerra mondiale fino al 1989-'90. Rappresenta la storia dell'Italia in questo periodo. È uno spettacolo drammatico, storicistico, ma anche divertente, dove si poteva far ridere ho fatto ridere, ho irriso al fascismo come in Amarcord, dove vengono proiettati anche filmati dove interpreto la mamma, la nonna, il gerarca fascista».