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Maurizio Castagnoli (Coerbus): «Nel Tpl pronti a fare investimenti, ma si faccia una gara romagnola»

Bassa Romagna | 26 Dicembre 2015 Economia
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«Il 2015 è stato un anno positivo per Coerbus in un quadro complesso, con risorse calanti per il trasporto pubblico locale (Tpl) a causa della stretta nelle casse dei vari Comuni che comunque, in Romagna, tentano di mantenere alto il livello dei servizi per i cittadini. Di conseguenza per chi come noi ha nel proprio Dna il concetto di qualità, i margini sono parecchio ristretti. In più il pubblico non riesce a trovare la quadra per fare un’unica agenzia romagnola per la mobilità e oggi lavoriamo in deroga da tre anni a Forlì-Cesena e da due a Ravenna. Expo ha aiutato le aziende nostre socie nel settore turismo e abbiamo aspettative per il Giubileo». Così il direttore Maurizio Castagnoli racconta il 2015 del consorzio di Lugo in attesa di un 2016 che «si prospetta difficile, ma nel quale continuerà la nostra spinta progettuale per offrire servizi all’avanguardia nel settore».
Circa 15 milioni di euro di fatturato, oltre 40 soci, Coerbus opera in 4 settori: trasporto pubblico locale (61%), scolastico (21%), turismo (10%) e sociale (8%).
La Regione sembra credere di più nel ferro che nella gomma. Che ripercussioni ha in Romaga?
«I nuovi investimenti danneggeranno molto la Romagna, dove la rete ferroviaria non è certo quella della città metropolitana. Risolvere i nodi della mobilità come E45 ed E55 dovrebbe essere una priorità. Inoltre serve una maggiore integrazione ferro/gomma per cui oggi mancano i fondi. Paghiamo la mancanza di risorse e i pregiudizi: oggi gli autobus Euro 6 e quelli a metano hanno livelli d’inquinamento veramente bassissimi, quasi nulli. Però per fare investimenti importanti serve un orizzonte».
Cioè?
«Siamo in proroga in tutte le realtà romagnole. Ormai è assodato che abbiamo la capacità progettuale e imprenditoriale per ragionare con la pubblica amministrazione da partner e non da subappaltatori, ma, nonostante gli investimenti importanti che già fanno le nostre aziende, molti altri sono bloccati dall’incertezza sul futuro».
Insomma aspettate l’ormai mitologica gara romagnola?
«Esatto, ma prima si devono unire le tre agenzie per la mobilità: Ambra, Atr e Mete che sono ancora divise. Chiaramente con una gara di 10 anni si potrebbero aprire scenari totalmente diversi. Ci potremmo impegnare, nero su bianco, ad un piano d’investimenti che mandi in pensione gli autobus pubblici che hanno un’età media di 15 anni e sostituirli con mezzi moderni».
Come ha inciso Expo nel settore turismo?
«Ha aiutato le nostre aziende, per il 2016 ci aspettiamo buoni risultati anche dal Giubileo, specie in primavera. In questo settore si vedono le grandi potenzialità delle nostre imprese: molti hanno nuovi autobus Euro 5 o Euro 6, gli ultimi sono anche col wi-fi a bordo, dal piccolo a quello a due piani».
Lo shuttle RaCe è in crescita (2.126 clienti, +6,2%), soddisfatti o vi aspettavate di più?
«Cresce, ma serve un trend positivo più esponenziale. Quattro coppie di corse non sono probabilmente abbastanza per il tipo di servizio che vorremmo offrire: l’ottimale sarebbe una coppia di auturobus ogni mezz’ora. Per fare questo però il turismo deve fare sistema. E lo stesso vale anche per i turisti stagionali dell’Emilia che fanno il week-end in Riviera: ci vuole una progettualità comune».
Come?
«Abbiamo una ricchezza incredibile: Riviera, enogastronomia, città d’arte, collina. Dobbiamo ragionare su una rete turistica efficiente che unisca i diversi angoli della riviera e che offra pacchetti integrati ai clienti. Bisogna che ci presentiamo in maniera unita ai tour operator e con più servizi. Fare massa critica sarebbe una mossa vincente».

Christian Fossi
economia@settesere.it
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