Volley Superlega, la Consar è "vittima" della forbice: con le big per ora non c’è storia

Marco Ortolani
La vicenda si è ripetuta nello stesso modo per tre volte. Un pubblico appassionato ed una squadra motivata aspettavano a piè fermo avversari molto forti per misurare il proprio valore. Per tre volte, però, è accaduto che, invece di avversari, sono sbarcati i marziani. Hanno parcheggiato la navicella nel piazzale retrostante il Pala de Andrè, hanno brutalizzato la popolazione residente e dopo poco più di un’ora si sono re-imbarcati per raggiungere i loro pianeti lontani, salutando la Consar. La pallavolo di alto livello sta diventando effettivamente qualcosa di stellare: atleti tutti sui due metri o più, muscolari ma veloci e leggeri come farfalle, applicazioni mentali intense e senza pause, preparazioni tattiche rigorose, gruppi umani compatti su cui lavorano professionisti del team building, alimentazioni scientificamente studiate… Per chi ricorda gli anni Novanta - i primi aminoacidi, le prime lezioni video, i primi giocatori di due metri, i rivoluzionari approcci di Velasco sulla mente - siamo giunti ad una «ultra-pallavolo», giocata da ultra-uomini. E tutti i campioni più forti, gli allenatori più bravi, gli staff più esperti sono qui da noi. Lo sapevamo già, ma quando abbiamo avuto la fortuna (perché tale va considerata) di ammirare in città queste eccellenze c’è stato da rimanere davvero a bocca aperte. Il «round» in battuta del milanese Abdel Aziz che ha sparpagliato i ricevitori ravennati per tutto il De Andrè merita di essere ricordato a lungo. Trento e Modena (oltre ai milanesi dell’Ufo Abdel Aziz) sono stati pitoni che hanno avvolto la tenera Consar in spire soffocanti. Bonitta incassa tre sconfitte interne per 0-3. Non che non fossero previste, ma «speravo di reggere meglio l’urto in ricezione, tenendo alti almeno tre palloni ogni quattro e di poterli infastidire di più con la battuta». Altri fondamentali sono andati meglio, ma nei primi due colpi dello scambio Ravenna ha sofferto troppo. E, dopo il match contro Modena, Bonitta ha fatto un cenno verso gli avversari che rientravano in pullman: «Questi qua - ha lasciato intuire il dt - sono ancora più marziani degli altri». A parziale scusante dei ravennati ci sono alcune «munizioni» che sono rimaste finora nello zaino: Cavuto ha un fastidio alla spalla, il promettente vice-palleggiatore Batak ha pochi allenamenti con il gruppo per cui non è stato ancora abilitato nemmeno per il doppio cambio. Rimane il «pennellone» Stefani (210 centimetri di altezza), buttato in campo per qualche flash, ma giudicato ancora (forse non per molto, però) acerbo per questo mondo di marziani. Ora il campionato sottopone alla Consar due problemini leggermente più semplici: trasferta infrasettimanale a Monza (che recupera Orduna dopo la lunga squalifica, giusto per dare un po’ di pepe) a giornale chiuso e visita a Latina e soprattutto questo, in programma domenica, non andrà sbagliato. Poi, per gli appassionati di ultramen, c’è un altro appuntamento da non mancare: giovedì 21 arriva la Lube.