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Marco Ortolani
Il fresco campione del mondo Under19 Tommaso Stefani arriva martedì al Pala Costa accompagnato dai genitori, scusandosi ripetutamente per nove minuti di ritardo. Gli facciamo notare che abbiamo aspettato ben più a lungo gente che non aveva vinto nemmeno il campionato di quartiere mentre lui ha appena vinto un Mondiale. Ma intanto incassiamo con piacere l’evidente buona educazione che dimostra il gigante di Sesto Fiorentino, alla sua prima giornata ravennate. Prima domanda obbligata: come sta? Quale sentimento prevale? La stanchezza, l’euforia, la curiosità… «Nessuna stanchezza. Il sentimento principale è sicuramente la voglia di cominciare questa stagione. Mi è stata concessa una settimana di riposo, ma già vorrei essere con il gruppo per la preparazione».
La vittoria al mondiale tunisino era nei programmi o è arrivata inaspettata?
«Si va sempre in campo per vincere. Ma comunque già dalle prime partite abbiamo capito che potevamo andare lontano e abbiamo preso fiducia nei nostri mezzi».
Festeggiamenti?
«Abbiamo saltato in campo fino a farci scoppiare i muscoli delle gambe. E poi al buffet dell’hotel, dopo settimane di riso in bianco e pollo, ci siamo buttati sopra tutto quello che c’era».
La Tunisia è un Paese che vive un momento particolare. Che impressione le ha fatto?
«Ovviamente abbiamo visto poco, ma purtroppo non posso parlarne bene: gli impianti erano imponenti, ma molto sporchi e degradati e la nostra competizione si è svolta nel totale disinteresse del pubblico locale».
Cosa sa di Ravenna come squadra e come città?
«Della città so poco. Ma alloggerò in centro e quindi ci sarà occasione per conoscerla bene e passeggiare. Un bel miglioramento per me che ho alloggiato nelle caserme del Club Italia. Della squadra so che è giovane: ci sono ragazzi che conosco bene come Recine e Cortesia, con i quali ho condiviso l’esperienza al Club Italia».
Il «suo» titolare è il canadese Vernon-Evans. Aspettiamo di conoscerlo.
«Lo aspetto anch’io. Mi hanno detto che fisicamente è una bestia e che al vertex tocca a 3 metri e 83 centimetri (fosse vero, come sembra, polverizzerebbe il record per giocatori di Ravenna, ndr). Io mi difendo con il mio 3 e 60 (che sarebbe l’attuale record eguagliato, ndr) e vedrò quali spazi mi darà Bonitta. Il mio obiettivo per quest’anno è diventare una buona riserva in Superlega».
La conversazione coinvolge anche il padre (suo primo allenatore, che lo ha visto partire di casa a 14 anni per aggregarsi al Club Italia) e si finisce a ricordare qualche episodio di campo «tumultuoso» degli scorsi anni: «Ecco, se cercate un tipo da risse non sono io. Anche ai Mondiali è capitato di subire provocazioni da avversari molto aggressivi. Io mi giro dall’altra parte, sono problemi loro».
Per Tommaso una stagione tutta da vivere. Il vincolo di tre italiani in campo (con il libero, che quest’anno sarà straniero) potrebbe aprirgli spazi importanti.
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