Volley Superlega, in Ravenna-Modena scende in campo la storia: domenica è un "derby d’Italia" da tutto esaurito

Marco Ortolani
Ravenna-Modena «derby d’Italia»? Ci può stare. E’ il nostro «clasico», per rubare la definizione alle sfide calcistiche Real-Barca in Spagna. Ravenna ci mette i suoi orgogli: la prima partita giocata sul territorio nazionale (Porto Corsini 1918 da militari americani), il primo scudetto (Genova 1946, un’avventura da film marcata Robur con Modena che non partecipò neppure), il primo allenatore della Nazionale (Angelo Costa), lo scudetto del Messaggero 1990/91, il primo di un’era moderna sospinta dal vento del Mondiale vinto dagli azzurri di Velasco e dall’ingresso della televisione e di potentati economici che trasformarono per sempre questo sport.
Modena, però, ci mette quasi tutto il resto. Più titoli (23 scudetti ottenuti con varie società dal ‘53 al 2016 contro i 6 di Ravenna, tutti dei primordi tranne il già citato exploit Messaggero), quasi sempre più soldi, più costanza ad alto livello, più impiantistica (il loro palasport, ancora modernissimo, ha quasi 40 anni e la situazione palestre è migliore), più pubblico (il doppio degli abbonati e mediamente anche delle presenze), più precedenti (65 a 16 nelle 81 sfide dal 1968 a oggi), più successi a livello giovanile e persino più tradizione e cultura pallavolistica in città di quella, pure abbondante, che c’è a Ravenna.
Due mondi che si sfidano e si rispettano da sempre, con pagine di sport memorabili. E che domenica torneranno a farlo a ruoli purtroppo consolidati: Modena «capitale» favorita e Ravenna «provinciale» outsider, con un piccolo vantaggio per i romagnoli che hanno svolto una settimana abbondante di preparazione, non «disturbata» dalla Supercoppa disputatasi nello sorso weekend. «Ravenna-Modena ha le potenzialità per diventare un grande evento - è il parere di Johnny Casadei, storico tifoso e poi telecronista del volley ravennate - ho un progettino in cantiere da un po’ di tempo per trasformare il giorno della partita in un lungo festival dell’amicizia fra le due squadre, dove al confronto fra gli atleti si affianchi quello fra le cucine tipiche. La merenda in comune fra le due tifoserie prima della partita si trasformerebbe in una sfida fra tortellini e cappelletti, piadine e tigelle, sangiovese e lambrusco… per finire con un dopopartita altrettanto movimentato con musica, comici, video alla presenza degli atleti reduci dalla gara». «L’idea - prosegue Johnny - ha subito avuto sponsor illustri come Julio Velasco, Lorenzo Bernardi, il presidente della Regione Boccaccini e i sindaci delle due città, ma poi si è arenata su difficoltà organizzative. Mi sembra il momento di riprenderla e concretizzarla almeno nell’anno del nuovo Palasport, che richiederà eventi all’altezza della sua grande capienza. E potrebbe diventare persino un format per sfide con altre città. La pallavolo può e deve essere cultura e intrattenimento ben oltre le due ore settimanali della partita». Aspettando il proverbiale «terzo tempo», non resta che pensare al campo. Dopo aver sfidato Milano nel turno infrasettimanale di giovedì sera, a giornale già in stampa, si torna al Pala De Andrè domenica pomeriggio, per un «tutto esaurito» scontato e per una giornata come sempre ricca di emozioni.